TEMPI DURI PER L’AUTO EUROPEA (MARZO -6,6%)

Si salvano la Germania e i marchi di lusso

Sesto calo consecutivo per il mercato europeo dell’auto. Secondo i dati diffusi oggi dall’Acea in marzo nell’area costituita dai 27 paesi europei e dall’Efta (area UE27+Efta) le immatricolazioni sono state 1.499.380 con un calo del 6,6%. Il consuntivo del primo trimestre chiude invece a quota 3.427.677 con una contrazione del 7,3%. Il forte rallentamento dell’economia europea – afferma il Centro Studi Promotor GL events – incide pesantemente anche sul mercato automobilistico. Si salvano solo i marchi di lusso che nel consuntivo del primo trimestre mettono a segno crescite o quantomeno tengono le posizioni.

Quanto all’andamento per paesi, va segnalato che la crisi colpisce quasi tutti gli Stati, ma l’impatto più forte lo si ha nell’area dei cinque maggiori mercati (Francia, Germania, Italia, Regno Unito e Spagna), che assorbono i tre quarti delle immatricolazioni e nel primo trimestre accusano un calo complessivo dell’8,8%. In quest’area solo la Germania e il Regno Unito fanno registrare crescite, peraltro contenute (rispettivamente +3,4% e +1,8%), mentre la Spagna fa registrare in marzo un calo del 4,5% sui livelli molto depressi dello stesso mese dell’anno scorso, la Francia perde il 23,2% e l’Italia addirittura il 26,7%.

Per quanto riguarda il nostro paese vi è da dire, tuttavia, che sul calo di marzo ha influito il lungo sciopero delle bisarche, che non ha consentito di immatricolare una quota non trascurabile di autovetture già ordinate dal pubblico. Al netto dell’effetto bisarche si può tuttavia ritenere che il mercato italiano avrebbe subito una contrazione in linea con quella del primo bimestre dell’anno (-17,8). Non vi sono stati infatti in marzo, né vi sono stati nella prima parte di aprile, né si prevedono a breve, elementi che possano far ritenere imminente una ripresa.

Il mercato italiano dell’auto è fortemente appesantito da prezzi dei carburanti e dell’assicurazione della RC auto esorbitanti, ma soprattutto accusa in maniera fortissima le difficoltà di un quadro economico in continuo peggioramento. Per risollevarsi la domanda di auto avrebbe dunque bisogno innanzitutto che si delineasse una ripresa dell’economia di cui non vi è però alcun segno premonitore, come non vi è traccia nell’azione del Governo di provvedimenti che possano fornire in tempi brevi uno stimolo all’economia e, per quanto riguarda l’auto, a ciò si aggiunge che il Governo, dopo aver calcato la mano in maniera estremamente pesante sulla tassazione del carburante e su altre imposte sulla motorizzazione, non ha certo remore nell’annunciare nuove penalizzazioni specifiche del settore, come ad esempio ulteriori aumenti di accise e riduzioni della possibilità per gli operatori economici di detrarre i costi dell’auto aziendale.