SVANISCE LA PROSPETTIVA DI UN INIZIO DI RIPRESA PER L’AUTO GIA’ NEL 2013

Mentre non si concretizza l’inversione di tendenza per l’economia

In ottobre in Italia sono state immatricolate 110.841 con un calo sullo stesso mese del 2012 del 5,6% che fa scendere la previsione per l’intero 2013 intorno a 1.300.000 unità, livello estremamente depresso che riporta il nostro mercato sui valori della seconda metà degli anni ‘70. Con il calo di ottobre svanisce la prospettiva di una ripresina del mercato dell’auto italiano già nel 2013, prospettiva legata essenzialmente ad un analogo recupero del quadro economico generale.

Come è noto, autorevoli esponenti governativi, a metà estate, avevano ipotizzato che si stesse concretizzando una inversione di tendenza per l’economia italiana dopo la nuova forte caduta verificatasi a partire dall’estate 2011, ma così non è stato. In effetti, secondo gli ultimi dati attualmente disponibili, anche i deboli segnali positivi emersi a metà anno sono stati spazzati via. Questi segnali positivi riguardavano essenzialmente la produzione industriale, l’occupazione e gli indicatori di fiducia. L’indice della produzione industriale, in forte caduta dal settembre 2011, aveva fatto registrare piccole crescite in maggio (+0,1%) e giugno (+0,2%), ma è tornato a calare in luglio (-1%) e in agosto (-0,3%). Il tasso di disoccupazione in giugno era sceso a 12,1% (da 12,2% di maggio) e in luglio era rimasto fermo a 12,1%, ma in agosto è risalito a 12,4% e in settembre a 12,5%. Gli indicatori di fiducia degli operatori e dei consumatori dell’Istat, infine, dopo aver suscitato attese di ripresa virando in positivo tra giugno e luglio, in ottobre sono nuovamente in calo. Sul “morale” di consumatori e operatori hanno inciso con ogni probabilità le ultime vicende politiche e il fatto che, condizionato dalla sua maggioranza troppo ampia, il Governo ha presentato una legge di stabilità che ha scontentato tutti e che non è certo in grado di dare impulso ad una ripresa, proprio mentre in Italia e in Europa prendono corpo timori di deflazione chiaramente collegabili agli effetti delle politiche economiche imposte nella zona Euro.

Per il 2013 non si può quindi parlare di ripresa dell’economia, né vi può essere quindi ripresa per il mercato dell’auto dato che la crisi economica in atto, non è l’unico, ma è sicuramente il principale fattore di freno della domanda di autovetture. Non si può pensare inoltre che un qualche stimolo venga agli acquisti di auto dall’attenuarsi dell’impatto negativo degli altri fattori di freno (demonizzazione dell’auto, criminalizzazione degli automobilisti, caro-carburanti, caro-assicurazioni, difficoltà del credito ed eccesso di tassazione) perché su questo fronte non vi sono e non vengono annunciate novità positive.

Anche la consulta sull’auto istituita dal Ministro dello Sviluppo Economico Zanonato, pur rappresentando il primo segnale di interesse di un Governo italiano per il settore da moltissimo tempo, ha saputo finora programmare soltanto una riunione a distanza di un mese dall’incontro istitutivo. Non si tratta certo di tempi coerenti con la gravità della situazione del mercato dell’auto, che ha anche bisogno di riaffermare la sua importanza per l’economia italiana e per gli italiani. Su quest’ultimo terreno, tra l’altro, il settore non è certo aiutato dal Ministero dei Trasporti che continua pervicacemente a pubblicare i dati sulle immatricolazioni alle 18. Ciò costringe commentatori e giornalisti a lavorare in tempi strettissimi con il risultato che lo spazio dedicato dai mezzi di comunicazione di massa al settore dell’auto continua a ridursi e per un settore avere meno spazio sui media significa essere percepito come sempre meno importante dal pubblico e dal Palazzo.

 

Bologna, 4 novembre 2013