RESTA CRITICA LA SITUAZIONE DEL MERCATO AUTO ANCHE SE SONO …. IN CALO “SOLO” DEL 4,9% LE VENDITE DI AUTO IN MARZO

In marzo le immatricolazioni di autovetture in Italia sono state 132.020 in calo “soltanto” del 4,9% sul marzo 2012. Rispetto ai risultati di gennaio (-17,6%) e di febbraio (-17,4%) parrebbe esservi un sensibile miglioramento. Anche dallʼinchiesta congiunturale condotta a fine marzo dal Centro Studi Promotor vengono segnali di minor negatività. La quota di operatori che valutano negativamente lʼandamento delle consegne scende infatti dallʼ82% di febbraio al 74% di marzo, mentre i giudizi negativi sullʼacquisizione di ordini scendono dallʼ88% al 76%, quelli sullʼaffluen- za di potenziali acquirenti nei saloni di vendita dei concessionari passano dallʼ80% al 71% e la quota di operatori che valutano negativamente le prospettive a tre-quattro mesi si riduce dal 48% al 43%.

In effetti il “miglioramento” emerso in marzo si ridimensiona però notevolmente se si considera che il confronto con il marzo 2012 è viziato dal fatto che in quel mese vi era stata una giornata lavorativa in meno e che le vendite furono fortemente ostacolate da uno sciopero delle bisarche. La situazione del mercato italiano dellʼautomobile resta dunque critica. Tra lʼaltro, proiettando il risultato degli ultimi sei mesi su base annua si ottiene un volume di immatricolazioni di 1.265.000 unità. Se questo fosse il risultato a fine 2013 il quadro sarebbe catastrofico per un settore che con il suo indotto vale in Italia il 13% del Pil ed occupa 1.200.000 persone.

Dʼaltra parte, lʼattesa che il mercato dellʼauto possa ricominciare a risalire nella seconda metà del 2013 non appare in questo momento particolarmente realistica. Questa attesa era basata sul presupposto che dalle elezioni venissero un massaggio di stabilità ai mercati finanziari e agli italiani ed un Governo che affrontasse i gravissimi problemi del Paese. Nessuna di queste con- dizioni si e finora realizzata. Come per l’intera economia italiana, anche per il settore dell’auto, ogni speranza di ripresa è oggi legata all’azione di un Governo che sappia impostare una politi- ca di rilancio dell’economia reale e dei consumi sfruttando gli ampi margini che ancora esistono all’interno dei vincoli europei, rivendicando dalle autorità e dai partner dell’Eurozona una inter- pretazione dei trattati rispettosa delle esigenze della crescita e ponendo, se necessario, anche il problema della revisione dei trattati.

La crisi dellʼauto in Italia dipende essenzialmente da cinque fattori: il caro-carburante, il caro- assicurazioni, la mancanza di credito, un eccesso di tassazione specifica e la crisi dell’economia che è di gran lunga il più importante. Su tutti questi fattori può incidere in questa fase in maniera decisiva solo l’azione del Governo. I prezzi dei carburanti in Italia sono al top in Europa e nel mondo. La colpa è del Fisco. Il prezzo della benzina è superiore alla media europea di 24,7 centesimi, di cui ben 22,6 vanno al Fisco, mentre per il gasolio auto il maggior costo alla pompa in Italia è di 25,9 centesimi di cui ben 23,7 vanno al Fisco. I nostri costi per lʼassicurazione auto sono doppi ed anche tripli rispetto a quelli di altri paesi europei. Per gli assicuratori la colpa è

delle truffe di carrozzerie e assicurati, per gli assicurati la colpa è degli eccessivi guadagni delle compagnie di assicurazione. Il Governo Monti nel gennaio 2012, con il decreto liberalizzazioni, ha fatto un timido tentativo per risolvere la questione. Risultati non se ne sono visti, ma un Governo fortemente determinato può riuscirci. Della questione del credito sono pieni i giornali ed anche in questo caso le chiavi per risolvere la questione sono nella disponibilità del Governo, come è pure, naturalmente, per porre rimedio alla eccessiva tassazione sullʼauto.

Bologna, 2 aprile 2013