PRODUZIONE INDUSTRIALE: GENNAIO-NOVEMBRE -12,1%

Dubbi sulle previsioni ufficiali di calo del Pil

Continua l’andamento a denti di sega dell’indice destagionalizzato della produzione industriale italiana. Dopo una crescita congiunturale (cioè sul mese precedente) del 7% in agosto, vi è stato un calo, sempre congiunturale, del 5% in settembre seguito da una crescita dell’1,4% in ottobre e da un calo dell’1,4% in novembre. Il consuntivo dei primi undici mesi dell’anno corretto per gli effetti di calendario mette in piena evidenza la gravità della situazione generata dalla pandemia. Si registra infatti un calo rispetto al gennaio-novembre del 2019 del 12,1% con contrazioni particolarmente pesanti nel settore delle industrie tessili e dell’abbigliamento (-28,5%), in quello della fabbricazione dei mezzi di trasporto (-19,3%), in quello della fabbricazione di macchinari e attrezzature (-15,6%), in quello della fabbricazione di coke e di prodotti petroliferi raffinati (-15,5%) e in quello della metallurgia e della fabbricazione di prodotti in metallo (-14,3%).

“Data l’importanza della produzione industriale nell’economia italiana – sottolinea Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – il calo del 12,1% nel gennaio-novembre 2020 induce a ritenere che anche il calo del Pil dell’intero 2020 possa essere a due cifre contrariamente a quanto fin qui stimato dalle principali Osservatori pubblici”. Al di là dell’entità del calo del Pil nel 2020 resta il fatto che l’obiettivo da raggiungere con il recovery plan non può essere soltanto quello di riportare la produzione industriale ai livelli dell’ultima crisi, cioè di quella manifestatasi nel 2020, ma anche ai livelli precedenti la crisi del 2008, livelli rispetto ai quali il calo dell’indice della produzione industriale era in novembre del 24,3%.

Bologna, 13 gennaio 2021