PESANTE FLESSIONE IN GENNAIO PER L’AUTO EUROPEA

Primi effetti degli incentivi alla domanda per i Paesi che li hanno già adottati

Un’altra brutta notizia per il mercato europeo dell’auto. In gennaio le immatricolazioni nei Paesi dell’Unione Europea ed in quelli dell’Efta, sono state soltanto 958.517 con un calo del 27%. La contrazione interessa, sostanzialmente nella stessa misura, le tre aree per le quali l’Acea ha diffuso oggi i dati. Nell’Europa a 15 la contrazione è del 26,3%, nei Paesi nuovi membri dell’Unione Europea il calo è del 34% ed infine nei tre Paesi dell’Efta è del 33,9%. Analizzando i risultati per i singoli mercati nazionali emerge che nessun Paese è in crescita, che il calo maggiore si registra in Islanda (-88,1%), mentre la contrazione minore riguarda la Polonia (-5,3%). Stupisce in particolare il forte calo dei Paesi nuovi membri dell’Unione Europea in cui il processo di motorizzazione di massa è nella sua fase iniziale, ma come i dati dimostrano subisce ugualmente il forte contraccolpo della crisi economica globale.

Considerando i cinque maggiori mercati dell’area, emerge con chiarezza che i Paesi che, alla fine di gennaio avevano già adottato da qualche tempo incentivi alla domanda, riescono a contenere le perdite. In particolare la Francia, con gli incentivi in vigore da dicembre, accusa una contrazione delle immatricolazioni contenuta nel 7,9% e la Germania, con incentivi varati in gennaio, contiene le perdite nel 14,2%, che non è certo un calo modesto, ma è comunque decisamente inferiore alla caduta del 27% dell’intera Europa. Modesta finora la risposta agli incentivi in Spagna. In gennaio il calo è, infatti, del 41,6%, ma in dicembre la contrazione era stata del 49,9%. Pesante poi il calo del Regno Unito (-30,9%) e ancora più pesante quello dell’Italia (-32,6%) in cui, com’è noto, incentivi sono stati adottati soltanto l’11 febbraio e cominceranno a produrre qualche effetto sulle immatricolazioni soltanto a partire da marzo.

Al di là di aspetti specifici legati alle particolari dinamiche del mercato dell’auto, la causa della forte contrazione del mercato europeo è ben nota ed è l’impatto psicologico e reale della cosiddetta crisi globale. Va comunque osservato che a livello psicologico nell’intera area dell’euro si verifica un fenomeno già constatato anche in Italia: la fiducia dei consumatori cala molto meno di quella degli operatori economici. Da settembre a gennaio l’indicatore del clima di fiducia dei consumatori dell’area euro subisce un calo di 12 punti contro una diminuzione dell’indicatore del clima di fiducia delle imprese di 22 punti. Questa situazione dovrebbe essere favorevole per l’efficacia di misure di incentivazione della domanda, che potrebbero trovare un terreno abbastanza favorevole per essere accolte. Emerge comunque con grande chiarezza, anche dai dati di oggi, l’esigenza di un coordinamento a livello europeo delle misure di sostegno all’auto. Ciò vale per gli incentivi alla domanda, ma vale soprattutto per i provvedimenti a favore dell’industria, che necessitano di essere armonizzati a livello europeo per evitare effetti distorsivi della concorrenza, che potrebbero determinare una vera e propria guerra commerciale anche con la riproposizione di misure protezionistiche.