PESANTE CADUTA DEL MERCATO DELL’AUTO IN MARZO

Si accentua l’andamento negativo del mercato dell’auto. Dopo i cali dell’8,76% di gennaio e del 12,28% di febbraio, le immatricolazioni di marzo fanno registrare una caduta del 18,37%. E’ una contrazione decisamente pesante, anche se nel mese scorso vi è stata una giornata lavorativa in meno, compensata però dall’anticipazione di domanda che generalmente precede la Pasqua, caduta quest’anno a fine marzo, mentre nel 2001 era in aprile. Con il calo del mese scorso il consuntivo del primo trimestre chiude con una contrazione del 13% che supera di 5 punti percentuali il calo previsto per il 2002 dalla maggior parte degli operatori e degli analisti. La situazione che si è determinata induce ad abbassare quantomeno a 2.100.000 la previsione per le immatricolazioni nell’intero 2002 contro le 2.425.300 unità immatricolate nel 2001.

In termini di unità collocate, l’andamento negativo del primo trimestre 2002 ha determinato una diminuzione delle vendite di 97.679 auto ed una perdita di fatturato che il Centro Studi Promotor valuta in 1,56 miliardi di euro. La caduta di marzo era stata puntualmente anticipata da una diminuzione del flusso dei visitatori nei saloni di vendita che, dall’inizio di quest’anno, viene monitorato anche per l’Italia dal Centro Studi Promotor. In febbraio l’affluenza di pubblico era stata giudicata bassa dal 72% dei concessionari. Nella prima settimana di marzo la percentuale corrispondente era salita al 78% per toccare poi l’82% nel consuntivo dell’intero mese. Questa sequenza di dati non induce certo a ben sperare per i prossimi mesi. D’altra parte, sempre secondo il Centro Studi Promotor, la quota di concessionari che dichiarano bassi volumi di ordini è in marzo pari all’84% contro il 78% di febbraio e il 43% di gennaio. Il progressivo aggravarsi della situazione è dunque evidente ed anche l’indicatore di fiducia degli operatori del settore determinato dal Centro Studi Promotor conferma il quadro negativo. Dopo il crollo di ben tredici punti di febbraio, in marzo si ha una ulteriore contrazione anche se decisamente più contenuta (-1,2 punti).

L’andamento negativo del mercato italiano dell’auto non giunge inaspettato. Dopo cinque anni di vendite sui massimi, un calo era praticamente inevitabile. Molti osservatori ritenevano però che la frenata sarebbe stata meno brusca, anche per l’esistenza di un consistente parco circolante non catalizzato da sostituire. Sull’ampiezza del calo sta però influendo anche il cambiamento di politica delle case automobilistiche, che stanno riducendo i budget promozionali per ricostituire i margini di profitto erosi dall’acceso scontro concorrenziale degli ultimi anni. Tra l’altro, di questo nuovo orientamento stanno risentendo anche i listini, che tornano a salire, anche se per il momento la loro crescita si mantiene al di sotto del tasso di inflazione, mentre le case stanno gradualmente abbandonando anche la politica di migliorare le dotazioni di serie delle vetture a parità di prezzo.