PERDE COLPI IL MERCATO EUROPEO DELL’AUTO

Mentre l’Europa rivede al rialzo le stime sullo sviluppo economico, il suo mercato dell’auto continua a perdere colpi. In settembre, per il quarto mese consecutivo, le immatricolazioni sono infatti in calo. Nell’intero mercato europeo sono state 1.406.515 con una contrazione del 2,6% su settembre 2005. Con questo calo si è praticamente annullato il margine che il mercato europeo dell’auto aveva accumulato nella prima metà dell’anno. Il consuntivo a fine settembre 2006 chiude infatti con un incremento contenuto in un risicato 0,1%. Come si diceva, questo andamento non appare coerente con la situazione economica europea che vede in crescita produzione industriale, ordini e andamento delle vendite al dettaglio ed in calo l’occupazione. Tra l’altro nei paesi dell’Euro e nel Regno Unito cresce la fiducia dei consumatori e rallenta anche la dinamica dei prezzi.

Tra i cinque maggiori mercati del continente, quello che presenta il tasso di crescita più elevato a fine settembre è il mercato italiano che fa registrare un incremento del 4%. In Italia però le immatricolazioni, dopo un inizio d’anno decisamente promettente, in settembre hanno fatto registrare un calo per il quarto mese consecutivo. Pure questo andamento non è coerente con quello dell’economia perchè, anche per il nostro Paese vengono riviste al rialzo le previsioni di crescita per il 2006 che, secondo le ultime stime, dovrebbe far registrare un tasso di incremento del Pil dell’1,8%. Quello italiano resta comunque al momento il più dinamico tra i cinque maggiori mercati del continente. Sulle prospettive per le vendite di autovetture in Italia aumentano tuttavia le preoccupazioni. Innanzitutto per l’impatto sulla propensione all’acquisto di auto di famiglie e imprese dell’aumento, generalizzato e diffuso, della pressione fiscale. Poi perchè si sta delineando una vera e propria stangata sull’auto aziendale che, annullando o ridimensionando fortemente la deducibilità dei costi per le autovetture aziendali, comporta forti incrementi di imposte per gli operatori economici che utilizzano autovetture, cioè per la quasi totalità degli operatori economici. Naturalmente questa situazione avrà conseguenze negative sulla domanda di autovetture, mentre è lecito nutrire seri dubbi sulla efficacia dei nuovi incentivi alla rottamazione in quanto i benefici per chi acquista una auto euro 4 o euro 5 e ne rottama una euro 0 o euro 1 sono modesti e per di più spalmati in due (o tre) anni.

Tornando ai dati europei e completando il quadro dei principali mercati, nei primi nove mesi del 2006 l’unico in crescita, oltre a quello italiano, è il mercato tedesco (+1%) mentre sono in calo Regno Unito (-3,5%), Francia (-3,1%) e Spagna (-2,5%). La situazione di stagnazione dell’auto in Europa interessa anche gli otto paesi nuovi membri dell’Unione per i quali sono disponibili dati statistici (mancano Cipro e Malta). Nel complesso di questa area, in settembre, le immatricolazioni sono state 56.446 con una crescita dell’1,1%. Nei primi nove mesi con 545.456 immatricolazioni si registra, invece, un calo dello 0,5%. Gli unici mercati in forte crescita tra quelli dei Paesi nuovi membri U.E. sono quelli di Estonia, Lettonia e Lituania dove le immatricolazioni sono però ancora su livelli minimi. Nel complesso del mercato europeo, nonostante la situazione di stagnazione di cui si diceva vi sono tuttavia gruppi che conseguono risultati importanti. Innanzitutto il gruppo Fiat che, con una crescita del 17,8% nei primi nove mesi del 2006, porta la sua quota di mercato dal 6,4% al 7,5%, poi i gruppi Toyota (+9,3%), Volkswagen (+5,5%), DaimlerChrysler(+1,4%) e Bmw (+0,6%).