PARZIALE RECUPERO IN GIUGNO DELLE IMMATRICOLAZIONI AUTO

Auto: primo semestre in calo (-5,27%) e prospettive non positive per l’intero 2005

In giugno il mercato automobilistico italiano ha parzialmente recuperato il forte calo di maggio (-27,9%) dovuto allo sciopero delle bisarche. Secondo i dati diffusi oggi, le vetture immatricolate sono state 233.901 con una crescita del 17,98% rispetto allo stesso mese del 2004. Per valutare correttamente questi risultati è necessario considerare cumulativamente i dati di maggio e giugno, mesi in cui gli effetti della vertenza delle bisarche si sono prodotti ed esauriti. Complessivamente nel bimestre le immatricolazioni sono state 383.130 con un calo del 5,46% rispetto allo stesso periodo del 2004. Si tratta di una contrazione sostanzialmente in linea con quella del primo quadrimestre (-5,64%) e che porta il consuntivo del primo semestre 2005 a quota 1.223.423 immatricolazioni, con un calo del 5,27% sullo stesso periodo del 2004.

Questo calo, da un lato, indica che prosegue l’andamento riflessivo della domanda delineatosi già nelle seconda metà del 2004, ma, dall’altro, conferma che il rallentamento del mercato italiano non sta assumendo l’aspetto di un crollo. Le attuali difficoltà del settore emergono comunque con chiarezza dall’inchiesta congiunturale mensile di giugno del Centro Studi Promotor. Anche per il mese scorso è molto alta (84%) la percentuale dei concessionari che lamentano bassi livelli di affluenza di visitatori nei saloni di vendita, mentre decisamente elevata (79%) è anche la quota di concessionari che si dichiarano insoddisfatti della raccolta di ordini. Per quanto riguarda poi le attese per le vendite nei prossimi tre-quattro mesi, in giugno sale al 45% dal 36% di maggio la quota di operatori che prevedono domanda in ulteriore indebolimento.

Il quadro del settore, secondo il Centro Studi Promotor, è dunque serio, ma non catastrofico ed anzi, considerando il contesto economico, la frenata del mercato auto appare non particolarmente rilevante. Occorre infatti considerare che il sistema economico italiano, con il secondo calo consecutivo del dato trimestrale sul Pil, è entrato in recessione, che i consumi sono in forte contrazione, come è emerso anche dell’indice delle vendite del commercio fisso al dettaglio di aprile (-3,9%), mentre la fiducia dei consumatori in giugno ha fatto registrare una nuova contrazione, come documenta l’indice Isae sceso a 102,9 da 104,3 di maggio. A ciò si aggiunge che sulla propensione all’acquisto degli automobilisti incidono negativamente gli annunci di ipotetici nuovi incentivi alla rottamazione, i rincari dei carburanti e quelli delle assicurazioni. A mantenere il calo della domanda entro limiti non particolarmente allarmanti contribuisce certamente la politica delle case automobilistiche, che stanno facendo forti sacrifici in termini di prezzi di vendita, soprattutto nei confronti degli automobilisti privati che costituiscono oltre il 70% del totale e risentono fortemente della diminuita capacità di acquisto del sistema delle famiglie. Se il mercato dei privati è in calo, una discreta tenuta si ha comunque per gli acquisti delle aziende, nonostante la forte limitazione della deducibilità dei costi e della detraibilità dell’Iva sulle auto. Un auspicabile alleggerimento della pressione fiscale sulle vetture aziendali contribuirebbe certamente ad esaltare la funzione anticongiunturale di questo comparto del mercato dell’auto.