Fatturato in crescita del 6,9% (attestato intorno ai 46,5 miliardi di euro) e un aumento dell’1,3% del numero degli addetti, arrivati a circa 156.000 in circa 2.000 aziende.
Sono alcuni dei principali dati relativi all’anno 2017 del settore della componentistica, secondo l’ultima edizione dell’Osservatorio sulla componentistica automotive italiana realizzato da Camera di Commercio di Torino, Anfia e dal Cami (Center for Automotive and Mobility Innovation) del Dipartimento di Management dell’Università Ca’ Foscari.
I numeri, presentati ieri a Torino, hanno confermato “la capacità della componentistica di stare al passo con l’evoluzione del settore e di proseguire sulla via dell’internazionalizzazione”, come ha dichiarato Giuseppe Barile, presidente Gruppo Componenti Anfia.
Tra gli altri dati di rilievo emersi dall’ultima edizione dell’Osservatorio vi sono quelli dedicati all’export, che nel 2017 ha superato i 21 miliardi di euro (+6% sull’anno precedente), con un saldo della bilancia commerciale di 5,7 miliardi, mentre “il livello di saturazione della capacità produttiva ha raggiunto una media dell’81%”.
In quanto a ricerca e sviluppo, è diminuita di 2 punti la quota di aziende che hanno introdotto innovazioni di prodotto, ma è cresciuta la quota di aziende che hanno realizzato queste innovazioni con collaborazioni esterne e sono il 49% quelle che hanno investito su Industria 4.0 (termine con il quale si intende l’introduzione dell’intelligenza artificiale nei processi produttivi).
Per Barile, “le consolidate competenze della filiera sono un’importante base per le sfide tecnologiche e normative all’orizzonte ma è indispensabile una politica industriale nazionale a sostegno del processo di trasformazione e riconversione alle nuove tecnologie dell’automotive e auspichiamo su questo un confronto col Governo e non scelte imposte dall’alto”.