Non ancora avvertibile in maniera significativa l’effetto incentivi
In febbraio sono stati venduti in Italia 13.450 veicoli commerciali con un calo del 37,03%. Questa pesante flessione è soltanto in lieve misura inferiore a quella registrata in gennaio (-39,56%). A livello di vendite al pubblico non si avvertono dunque ancora effetti significativi degli incentivi previsti dal decreto pubblicato l’11 febbraio e in vigore retroattivamente dal 7 febbraio. Di fatto le concessionarie hanno potuto utilizzare soltanto le ultime settimane di febbraio per proporre agli eventuali interessati di acquistare veicoli commerciali valendosi dei nuovi incentivi. Non vi sono stati quindi i tempi tecnici perché l’effetto incentivi potesse influenzare in maniera significativa le vendite di febbraio, mentre un impatto positivo dovrebbe essersi verificato sugli ordini.
Occorre tuttavia avvertire che la preoccupazione per la crisi globale che sta investendo l’economia è molto più forte tra gli operatori che tra i consumatori. Da settembre a febbraio l’indicatore di fiducia delle imprese manifatturiere ed estrattive ha fatto registrare un calo di 17,8 punti. Quello dei consumatori è invece aumentato di 1,3 punti. Ne consegue che la risposta agli incentivi della domanda di veicoli commerciali dovrebbe essere meno forte rispetto alla risposta della domanda per autovetture.
Gli incentivi varati dal Governo sono di 2.500 euro per chi acquista un nuovo veicolo commerciale Euro 4 o Euro 5 e ne rottama uno Euro 0, 1 o 2 immatricolato entro il 31 dicembre 1999. A questa cifra, già significativa, se ne aggiunge una ulteriore di 4.000 euro, se il veicolo è alimentato anche a metano. Alla somma degli incentivi normalmente si aggiunge poi un ulteriore sconto praticato dalla concessionaria. Il risparmio complessivo è dunque piuttosto consistente, ma, tuttavia, dato il quadro economico generale e le prospettive per il prossimo futuro, potrebbe non essere sufficiente per ridare slancio alla domanda in maniera apprezzabile. Sarebbe quindi molto opportuno che il Governo valutasse l’ipotesi di introdurre una nuova Tremonti, cioè un provvedimento di agevolazione fiscale per gli investimenti in beni strumentali degli operatori economici sulla base delle due precedenti felici esperienze note come Tremonti e Tremonti bis.