Mentre resta fortemente preoccupante il quadro dell’economia reale
Dopo il calo del 16,9% di gennaio, in febbraio vi è stata una nuova caduta delle vendite di autovetture del 18,9% e ciò nonostante un forte ricorso ai “chilometri zero”, cioè alle immatricolazioni di vetture destinate a essere vendute con forti sconti come auto “usate” con chilometri zero, cioè praticamente mai utilizzate. Le auto immatricolate in febbraio sono state 130.661. Si tratta di un livello particolarmente depresso che, considerato anche l’andamento di gennaio, costringe a rivedere al ribasso le previsioni per il 2012, tanto più che non vi sono al momento elementi che inducano a ritenere che nel breve-medio termine il quadro possa migliorare.
I primi dati sull’economia reale dopo i ripetuti interventi dell’ultimo semestre 2011 per placare la tempesta sui mercati finanziari sono fortemente negativi. La prima stima dell’Istat sul Pil nel quarto trimestre 2011 ha messo in luce un calo congiunturale dello 0,7%, che è sicuramente consistente e che, dopo il calo dello 0,2% registrato nel terzo trimestre, segna, anche tecnicamente, l’entrata dell’economia italiana in una nuova fase di recessione. Tra l’altro anche i primi dati sull’economia reale nel 2012 confermano un andamento in forte frenata. Secondo Confindustria, la produzione industriale è infatti calata in termini congiunturali dell’1,9% in gennaio e dell’1,1% in febbraio, mentre in gennaio il tasso di disoccupazione è salito al 9,2% (8,9% in dicembre) e in febbraio torna a crescere il tasso di inflazione sospinto anche dai rincari dei carburanti. Occorre poi considerare che l’impatto recessivo delle misure adottate nel secondo semestre 2011 deve ancora pienamente manifestarsi e sarà sicuramente pesante dato che la pressione fiscale è salita al 45%. A ciò si aggiunge l’assenza nell’azione del Governo di provvedimenti che possano ridare fiato nell’immediato alla domanda interna, mentre l’eventuale impatto dei provvedimenti di liberalizzazione e di semplificazione adottati o in via di adozione non sembra destinato a manifestarsi a breve.
Per quanto riguarda in particolare l’auto, la domanda è ovviamente penalizzata dal quadro economico, ma anche da fattori specifici come il caro-carburante, il caro-assicurazione RC auto e una fiscalità specifica che si è fatta ancora più pesante. Il prezzo dei carburanti, come è noto, continua ancora ad aumentare e le misure di liberalizzazione introdotte potranno avere effetti limitati a qualche centesimo e comunque non a breve termine. Anche per il gravissimo problema dell’esorbitante livello dei premi di assicurazione i provvedimenti varati dal Governo non potranno avere effetti significativi nel breve termine. Quanto poi all’inasprimento della pressione specifica sulla motorizzazione, basti pensare che soltanto su benzina e gasolio per autotrazione, secondo l’elaborazione del Centro Studi Promotor GL events sui dati del Ministero dello Sviluppo Economico, nel gennaio scorso il carico fiscale è aumentato di ben il 29,6%.
L’auto, come l’economia italiana, avrebbe bisogno di misure di rilancio della domanda interna, misure che peraltro non vengono neppure annunciate o che, se annunciate, vengono poi rapidamente ritirate, come l’ipotesi di ridurre l’aliquota minima Irpef dal 23% al 20% prospettata come imminente e poi rinviata a tempi migliori. E’ del tutto evidente che in questo quadro le attese per il mercato dell’auto non sono positive, con la concreta possibilità che nel corso del 2012 le vendite scendano al di sotto della soglia di sopravvivenza per un numero non trascurabile di concessionari.