NESSUN SEGNALE DI RIPRESA DAL PIL CHE TORNA AI LIVELLI DEL 2000

Mentre si affaccia il pericolo della deflazione

L’attesa del Governo di un primo segnale positivo per l’andamento del prodotto interno lordo già nel terzo trimestre 2013 è stata spazzata via dalla stima preliminare diffusa oggi dall’Istat. Nel terzo trimestre si è registrato infatti un calo rispetto al trimestre precedente dello 0,1% e dell’1,9% rispetto al terzo trimestre 2012. Indubbiamente il calo congiunturale dello 0,1% è molto contenuto. Deboli segnali positivi si erano infatti registrati a metà anno, ma purtroppo non hanno retto fino alla fine del terzo trimestre. In particolare l’indice della produzione industriale, che era andato in positivo in maggio e giugno è tornato in rosso in luglio e agosto e in settembre ha fatto registrare soltanto un piccolo incremento congiunturale (+0,2%). La crescita del tasso di disoccupazione aveva subito una battuta d’arresto in giugno e luglio, ma ha ripreso con forza in agosto e settembre. Gli indicatori di fiducia che avevano virato in positivo tra giugno e luglio, hanno retto fino a settembre, ma in ottobre sono nuovamente in calo.

Le speranze dell’inizio della ripresa si trasferiscono quindi sul quarto trimestre, ma appaiono oggettivamente molto deboli perché dai dati finora disponibili sull’economia reale non vengono indicazioni positive. L’ipotesi più probabile è che l’andamento del prodotto interno lordo sia entrato in una situazione di stallo che potrebbe tuttavia degenerare se la minaccia della deflazione diventasse effettivamente reale come la dinamica dei prezzi autorizza a ritenere possibile.

Il prodotto interno lordo italiano nel 2013 potrebbe collocarsi leggermente al di sotto del livello del 2000, con il concreto pericolo di un ulteriore peggioramento se dovesse effettivamente aprirsi uno scenario di deflazione e se la politica economica del Paese e della zona Euro continuassero ad ignorare le esigenze della crescita.
                                    
Bologna, 14 novembre 2013