60,8 milioni di euro. È questo il risparmio che è stato possibile ottenere nel 2017 nel nostro Paese grazie all’impiego di pneumatici ricostruiti. Questa cifra emerge dal bilancio ecologico ed economico della ricostruzione di pneumatici in Italia nel 2017 redatto da Airp (Associazione Italiana Ricostruttori Pneumatici) ed è stata calcolata sulla base della differenza di costo tra l’acquisto di un pneumatico nuovo rispetto ad uno ricostruito. Si tratta di un risparmio di notevole entità andato a beneficio degli utilizzatori finali, che sono in gran parte operatori italiani dell’autotrasporto di merci e persone, in quanto i pneumatici ricostruiti sono utilizzati oggi soprattutto su flotte di camion e autobus sia private che pubbliche.
Oltre al risparmio economico in termini di spesa per l’utilizzatore finale, l’attività di ricostruzione ha consentito di ottenere anche significativi benefici ambientali, dal momento che nella produzione di un pneumatico ricostruito si genera un risparmio notevole in termini di energia consumata, materie prime impiegate ed emissioni di CO2 rispetto alla produzione di un pneumatico nuovo. Dal bilancio Airp emerge infatti che nel 2017 il ricorso alla ricostruzione ha consentito al Paese di ridurre i consumi energetici di ben 25,8 milioni di litri di petrolio ed equivalenti, di risparmiare materie prime per 19.000 tonnellate, di evitare di immettere nell’ambiente 22.800 tonnellate di pneumatici usati e 10.070 tonnellate di CO2.
L’attività di ricostruzione si inserisce dunque a pieno titolo tra quelle che abbinano un’importante valenza ambientale alla possibilità di ottenere consistenti risparmi. Ma soprattutto, rappresenta un tassello fondamentale per la transizione verso un’economia circolare, tema oggi al centro dell’agenda europea per lo sviluppo economico e per la gestione efficiente delle risorse, stabilito nell’ambito della strategia Europa 2020 per una crescita intelligente e sostenibile.