Giusto l’intervento del Governo per indurre i petrolieri a ridurre i prezzi, ma…
Di fronte al concreto pericolo che il prezzo della benzina sfondasse la soglia dei due euro, il Governo ha finalmente deciso di intervenire per indurre le compagne petrolifere alla moderazione. Qualche piccolo risultato si è già visto e qualche altro vi potrà essere. Il problema del caro benzina e del caro gasolio comunque rimane e non è dovuto soltanto alla crescita del prezzo industriale, cioè della quota del prezzo alla pompa che va a compagnie petrolifere e distributori. Una forte responsabilità per i rincari dei carburanti per autotrazione è infatti anche del fisco. Secondo le elaborazioni condotte sulla banca dati su consumi e prezzi dei carburanti per autotrazione del Centro Studi Promotor GL events, nel 2011, a fronte di un calo dei consumi di benzina e gasolio dell’1,3%, la spesa è aumentata del 15,8%, passando da 55,5 miliardi del 2010 a 64,3 miliardi. Questa cifra imponente si è divisa più o meno equamente tra imposte e componente industriale. Allo Stato sono andati 32,5 miliardi con una crescita del 9,1% sul 2010. A compagnie petrolifere e distributori sono andati invece 31,8 miliardi con un incremento di ben il 23,7%. Nel 2011 dunque la responsabilità della crescita della spesa è da imputare soprattutto alla componente industriale, anche se pure il fisco non è esente da colpe.
Nel primo trimestre del 2012 la situazione si è invece rovesciata. La crescita della spesa è infatti dovuta essenzialmente alla esplosione del prelievo fiscale. Sempre secondo la banca dati del Centro Studi Promotor GL events, nel primo trimestre di quest’anno, a fronte di un calo di consumi di benzina e gasolio del 9,3%, la spesa complessiva è aumentata del 10,7% e questo incremento è dovuto essenzialmente all’aumento delle imposte che ha determinato un maggior gettito del 19,9%, mentre l’aumento dei prezzi della componente industriale ha determinato maggiori introiti per petrolieri e distributori “soltanto” dell’1,7%.
Bene ha fatto il Governo a intervenire sui petrolieri, ma ora è dunque necessario che anche il fisco faccia la sua parte. E’ stato sollevato il problema della sterilizzazione dell’effetto perverso sul prezzo alla pompa determinato dal fatto che l’Iva sui carburanti si applica sulla somma del prezzo industriale e delle accise, per cui ogni variazione di ciascuna di queste due componenti viene amplificata sul prezzo alla pompa. Questo meccanismo perverso venne denunciato per la prima volta l’11 ottobre del 1999 dal direttore del Centro Studi Promotor Gl events con un articolo di fondo sul Sole 24 Ore. Sulla questione si aprì un ampio dibattito e il 29 ottobre il Governo decise di sterilizzare l’amplificazione degli aumenti della componente industriale del prezzo alla pompa dovuta al meccanismo perverso denunciato. Il provvedimento del Governo era comunque a termine e dopo alcuni rinnovi venne lasciato decadere. Ora la sterilizzazione dell’Iva viene riproposta ed è auspicabile che sia introdotta con una soluzione definitiva, anche se, secondo il Centro Studi Promotor GL events, un intervento efficace contro il caro carburanti e il suo pesantissimo impatto sull’economia e sull’inflazione deve prevedere anche una riduzione delle accise.