In giugno sono state immatricolate in Italia 196.300 auto con una crescita del 3,29% sullo stesso mese del 2003. Si tratta di un risultato che porta le immatricolazioni del primo semestre a quota 1.292.200 con un incremento del 3,05% sullo stesso periodo del 2003 sostanzialmente in linea con le previsioni. I fattori che sostengono la domanda sono da ricercarsi ancora una volta nel forte impegno delle case automobilistiche che, su un mercato importante come quello italiano, utilizzano appieno la leva delle promozioni e degli sconti e mantengono la dinamica dei prezzi di listino decisamente al di sotto dell’inflazione, anzi, secondo l’Istat, nei primi cinque mesi del 2004 vi è stato un calo tendenziale dei listini dello 0,5%.
Un altro elemento che continua ad influire positivamente sulla domanda è il forte richiamo delle motorizzazioni diesel che induce una quota di potenziali acquirenti a sostituire l’auto prima del tempo. Questi fattori mantengono le vendite su livelli che possono essere considerati sostenuti soprattutto poi se si tiene conto della stagnazione che ha interessato l’economia del Paese a partire dal 2001. Continuano tuttavia a sussistere dubbi sulla effettiva immediata destinazione al pubblico di tutte le autovetture immatricolate. Il fenomeno dei “chilometri zero”, cioè delle immatricolazioni di vetture ai concessionari da rivendersi successivamente con forti sconti come “usate con chilometri zero”, è in ridimensionamento, ma non è scomparso e vi sono ancora numerose case che utilizzano questo sistema per incrementare le loro quote di mercato, spingendo così verso l’alto anche il volume complessivo delle immatricolazioni.
Va poi segnalato che, mentre i “chilometri zero”, pur non scomparendo, calano, nel 2004 acquista consistenza un nuovo sistema per incrementare le quote di mercato: le immatricolazioni di auto per noleggio. Nei primi cinque mesi la quota delle vetture da noleggio è salita al 12,49% contro il 10,62% dell’intero 2003. E’ una crescita decisamente abnorme perché il noleggio a breve non ha particolari ragioni per incrementare la sua flotta e il noleggio a lungo termine cresce, ma con tassi più contenuti. Evidentemente vi sono case automobilistiche che immatricolano volumi consistenti di vetture per noleggio allo scopo di aumentare le loro quote, confidando nella possibilità di collocare poi queste auto in noleggio a lungo termine direttamente o attraverso società collegate.
Queste politiche di sostegno delle quote di mercato rendono difficile valutare la effettiva consistenza della domanda di auto nuove e tolgono comunque valore ad un indicatore importante come le quote di mercato perché, chi segue politiche costose come i “chilometri zero” o l’immatricolazione a società collegate o alla casa stessa di auto da noleggio, vede crescere artificiosamente la propria quota di mercato, mentre le case che, per necessità o per virtù, debbono puntare alla ricostituzione dei margini di profitto vedono sacrificate le loro quote di mercato. D’altra parte che vi siano andamenti differenziati fra i dati ufficiali sulle immatricolazioni e le vendite di auto nuove come tali, emerge anche dalle rilevazioni del Centro Studi Promotor sui concessionari. Da mesi, mentre le immatricolazioni si mantengono su buoni livelli, continuano a peggiorare i giudizi sulla acquisizionedi ordini (in giugno il 76% dei concessionari dichiara basso il volume della raccolta). Analogo l’andamento dell’affluenza di visitatori nei saloni di vendita dei concessionari che è il primo indicatore sulle tendenze della domanda. Secondo il Centro Studi Promotor in giugno l’affluenza è stata giudicata bassa dal 78% dei concessionari.
Fatte queste doverose considerazioni, va comunque ribadito che, sulla base dei dati ufficiali, l’andamento del mercato dell’auto resta positivo e consente di confermare le previsioni già formulate per l’intero anno, tanto più che dagli ultimi dati sembra che il Paese stia finalmente uscendo dalla fase di stagnazione di cui si diceva più sopra, anche se sulle prospettive congiunturali pesano le incognite legate alla crisi politica e alla annunciata manovra economica per riequilibrare i conti pubblici. Perché le previsioni sulle cifre ufficiali si realizzino occorre però che le case automobilistiche non modifichino le loro politiche, in particolare per quando riguarda gli interventi “estetici” sulle quote di mercato. Va anche detto che se questi interventi creano un differenziale non quantificabile tra i dati ufficiali e la situazione reale del mercato delle auto nuove, le immatricolazioni per “chilometri zero” o per rimpinguare le flotte del noleggio al di là delle effettive esigenze, finiscono per dare luogo comunque in tempi ragionevolmente brevi a vendite al pubblico, sia pure con forti sconti. La consistenza del mercato dell’auto resta quindi di rilievo.