Ancora una flessione per il mercato dell’auto in aprile. Secondo i dati diffusi oggi, nel mese scorso sono state immatricolate 191.300 autovetture, con un calo del 13,36% rispetto allo stesso mese del 2001. Anche se certamente preoccupante, questa flessione è tuttavia inferiore a quella registrata in marzo. Sembra così interrompersi la tendenza ad un progressivo peggioramento delle vendite che ha caratterizzato l’inizio del 2002 con cali dell’8,8% in gennaio, del 12,3% in febbraio e del 18,4% in marzo. In particolare in aprile, qualche segnale di minor negatività è emerso nella seconda metà del mese, dopo che nelle prime due settimane si era registrata una ulteriore contrazione dell’affluenza di pubblico nelle concessionarie.
Anche l’inchiesta congiunturale mensile del Centro Studi Promotor conferma, per certi aspetti, una lieve attenuazione dell’andamento negativo del mercato nel mese scorso. In particolare resta elevata, ma scende dall’84% di marzo al 73% di aprile, la percentuale di concessionari che dichiarano di aver acquisito bassi volumi di ordini. E’ comunque preoccupante la percentuale di concessionari che valutano bassa l’affluenza di visitatori nelle show room (87%) e a ciò si aggiunge che le attese per il prossimo futuro sono ancora improntate al pessimismo. Anche il clima di fiducia dei concessionari permane in aprile su bassi livelli con una ulteriore, anche se lieve, contrazione rispetto a marzo dell’indice calcolato dal Centro Studi Promotor.
ll rallentamento con cui è iniziato il 2002 era atteso sia dagli operatori che dagli analisti. Dopo cinque anni di vendite sui massimi (dal 1997 al 2001), una fase di bassa congiuntura è infatti del tutto fisiologica e non si può pensare che sia di breve durata, anche se la tendenza di lungo periodo delle immatricolazioni resta ancora in crescita. D’altra parte nell’ultimo quinquennio le vendite sono state fortemente stimolate, prima, dagli incentivi alla rottamazione e, poi, da una politica di sconti, promozioni e offerta di “usato con chilometri zero” che ha determinato una anticipazione di domanda che ora il mercato sconta. A ciò si aggiunge che molte case hanno mutato orientamento e spingono meno il piede sull’acceleratore delle promozioni e dei “chilometri zero” per privilegiare la ricostituzione dei margini, anche a costo di subire riduzioni dei volumi venduti. Occorre poi considerare che pure i quadri economici internazionale ed italiano non sono privi di incertezze e per quanto riguarda il nostro Paese, in aprile si è registrato il terzo calo consecutivo dell’indice di fiducia dei consumatori, che è strettamente correlato alla propensione all’acquisto di beni durevoli come l’automobile. La situazione del mercato italiano dell’auto – a giudizio del Centro Studi Promotor – non è comunque tale da autorizzare valutazioni catastrofiche. Il nostro mercato ha sicure prospettive di ripresa. Occorre tuttavia che la fase di bassa congiuntura si esaurisca. E’ certo che ciò avverrà. E’ difficile prevedere quando, ma il tempo necessario non si misura in mesi.