Calendario e scarsa disponibilità di auto incentivate deprimono le immatricolazioni
Secondo i dati diffusi oggi dalla Motorizzazione Civile in maggio sono state immatricolate 188.670 autovetture con un calo dell’8,59%. Questo risultato negativo è dovuto a diversi fattori. Innanzitutto vi è stato un giorno lavorativo in meno rispetto a maggio 2008, che vale circa il 4,5%. Poi continua la situazione di difficoltà di fornitura per le vetture più richieste che sono quelle assistite da incentivi alla rottamazione o da incentivi per alimentazioni ecologiche e soprattutto per le vetture a metano e gpl, la cui quota sulle immatricolazioni è comunque salita nel maggio scorso al 20,99% dal 6,11% del maggio 2008. In terzo luogo permane una situazione di domanda decisamente depressa per tutte le vetture non incentivate, che rappresentano circa il 77% dei modelli e delle versioni offerte, e in particolare per gli acquisti delle aziende, che, in condizioni di mercato normali, valgono circa il 28-29% delle immatricolazioni.
Nei prossimi mesi, con il previsto miglioramento della disponibilità di vetture attualmente assistite da incentivi, la situazione delle immatricolazioni dovrebbe migliorare sensibilmente. E’ tuttavia chiaro che, superata la fiammata di ottimismo innescata dall’adozione degli incentivi in febbraio, la debolezza di fondo del mercato italiano emerge ora anche dall’inchiesta congiunturale mensile del Centro Studi Promotor. Dalla rilevazione eseguita a fine maggio, risulta un certo rallentamento nell’affluenza di visitatori nelle show room dei concessionari e nell’acquisizione di ordini. Il clima di fiducia degli operatori del settore auto determinato dal Centro Studi Promotor dopo l’impennata fatta registrare in febbraio e l’ulteriore incremento che in marzo aveva portato l’indice a quota 43,90, in aprile subisce un ridimensionamento e in maggio cala ulteriormente toccando quota 26,70. Decisamente migliori gli andamenti degli indicatori di fiducia determinati dall’Isae sui consumatori e sulle imprese. In maggio l’indicatore dei consumatori si consolida sul livello di aprile, che aveva fatto registrare un consistente recupero posizionandosi su valori che non si raggiungevano dal dicembre 2007. Per quanto riguarda le imprese l’inversione di tendenza delineatasi per i principali indicatori in aprile trova conferma in maggio per le aziende manifatturiere ed estrattive e per quelle dei servizi, mentre in lieve flessione è l’indicatore per le imprese del commercio. Complessivamente il segnale che viene dalle imprese è comunque positivo e, se confermato nei prossimi mesi, potrebbe influenzare positivamente l’andamento delle vendite nel comparto attualmente più penalizzato, che è quello delle auto aziendali. Questo comparto,infatti, in maggio ha fatto registrare un calo del 46,21%, mentre le vendite a privati hanno avuto un incremento dell’11,34%.
La prospettiva di un recupero del mercato dell’auto aziendale trainato da un miglioramento del quadro congiunturale non appare comunque a portata di mano e, come è emerso dal convegno tenutosi il 28 maggio all’Università di Bologna per iniziativa del Centro Studi Promotor, di Continental Italia e della Facoltà di Scienze Statistiche, sarebbe opportuna l’immediata adozione di misure di rilancio degli acquisti di auto aziendali. Sul piano strutturale sarebbe necessario reintrodurre gli ammortamenti anticipati e uniformare il trattamento fiscale dell’auto aziendale agli standard europei. Basti pensare che attualmente l’Iva sulle auto aziendali in tutti i grandi mercati europei è detraibile al 100%, mentre in Italia la detraibilità è contenuta nel 40% e forti limitazioni vi sono anche nella deducibilità dei costi di esercizio.
Sul piano congiunturale molto utile sarebbe poi l’introduzione di una Tremonti-ter, che avrebbe, tra l’altro, effetti positivi anche sui mercati dei veicoli commerciali e industriali che sono pure fortemente depressi. Sempre sul piano congiunturale, analogamente a quanto si è fatto nei grandi mercati europei che avevano adottato incentivi alla domanda rivelatisi poco efficaci (come Spagna e Regno Unito), occorrerebbe varare una fase due degli incentivi, introducendo agevolazioni che interessassero non soltanto il 23% dell’offerta, ma tutta la gamma proposta dalle case. Una misura di questo tipo fornirebbe un ulteriore impulso significativo sia agli acquisti dei privati che a quelli delle aziende.