L’Eurozona trascina in rosso il mercato europeo AUTO IN EUROPA: PAESI DELL’EURO IN CALO DEL 12,4% NEL PRIMO BIMESTRE

 Dopo aver chiuso il 2012 con un calo del 7,8% il mercato dell’auto nell’Unione Europea e nei paesi dell’Efta ha fatto registrare un calo dell’8,5% in gennaio e del 10,2% in febbraio. A trascinare sempre più giù le vendite di autovetture in Europa è la zona euro, che nel primo bimestre, secondo i dati diffusi dall’Acea, ha fatto registrare un calo del 12,4%, mentre il resto dell’Eurozona cresce del 2,7% coerentemente con l’andamento positivo che caratterizza il mercato dell’auto nel mondo. Le immatricolazioni a livello mondiale hanno infatti fatto registrare un nuovo record nel 2012 e continuano a crescere.

 La causa delle difficoltà dell’auto nell’Eurozona è della politica economica imposta ai paesi dell’euro, politica che è in netto contrasto con gli orientamenti seguiti nel resto del mondo dove si privilegia decisamente lo sviluppo dell’economia reale al di là delle preoccupazioni per il debito pubblico e per la stabilità delle monete. Il rigore senza crescita sta fortemente penalizzando il quadro economico dell’Eurozona con effetti recessivi che incidono in misura significativa sull’economia reale e anche sul mercato dell’auto. La recessione per l’economia e per l’auto sta interessando soprattutto i paesi più esposti ai diktat dell’austerity, ma il contagio si sta estendendo all’intera area euro e costituisce un pericolo anche per lo sviluppo del resto del mondo, soprattutto per i paesi che hanno nell’Eurozona un importante mercato di sbocco.

 Dai dati diffusi oggi dall’Acea emerge che, tra i grandi mercati dell’Eurozona, quello che accusa le maggiori difficoltà e proprio il mercato italiano: dopo un calo che ha sfiorato il 20% nel 2012 si registra infatti una contrazione del 17,3% nel primo bimestre 2013. Sempre nei primi due mesi del 2013 vi sono cali del 13,5 % in Francia e del 9,7% in Spagna, mentre pure il grande mercato della Germania, con un calo del 9,6%, accusa il contraccolpo delle politiche di austerità senza crescita imposte ai paesi cosiddetti “meno virtuosi”.

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