Mentre l’attesa degli incentivi 2010 fa crollare gli ordini
In gennaio sono state immatricolate 206.341 autovetture con una crescita rispetto allo stesso mese del 2009 del 30,2%. L’entità dell’incremento non deve tuttavia trarre in inganno. Il confronto si fa con un mese, gennaio 2009, in cui le immatricolazioni, nel pieno della crisi innescata il 15 settembre 2008 dal fallimento di Lehman Brothers e in assenza di incentivi, fecero registrare un calo del 32,6%. Il risultato del gennaio scorso è comunque decisamente inferiore a quelli normali per il primo mese dell’anno in cui sul mercato italiano si registra sistematicamente il picco annuale di immatricolazioni. Basti pensare che se il confronto, invece che con il 2009 si fa con il 2008, si registra un calo dl 11,7%, mentre rispetto a gennaio 2007 la contrazione è addirittura del 17,6%. Ma non basta. Per valutare correttamente il risultato che emerge dai dati pubblicati oggi dalla Motorizzazione Civile occorre aggiungere anche altre considerazioni. Il risultato di gennaio è stato determinato in misura decisiva dal portafoglio ordini di ben 350.000 autovetture esistente al 31 dicembre 2009, portafoglio accumulatosi perchè la normativa incentivi dello scorso anno consente di immatricolare fino al 31 marzo 2010 le vetture ordinate con bonus entro il 31 dicembre. Gennaio quindi, per quanto riguarda le immatricolazioni, è stato salvato dagli incentivi 2009. Ben diversa è invece la situazione per quanto riguarda la raccolta di ordini.
Come è noto, per il 2010 gli incentivi non sono ancora rinnovati, ma è stato ufficialmente annunciato che un rinnovo vi sarà. Nell’attesa dall’inizio di gennaio si è verificato un blocco pressoché totale degli ordini delle vetture che erano incentivate nel 2009, che non lo sono più dal 1° gennaio, ma che potrebbero ancora esserlo nel 2010. Nessuno è infatti disposto a comprare oggi a 100 quello che potrà avere domani a 90. Il portafoglio ordini esistente a fine 2009 dovrebbe consentire un discreto risultato anche in febbraio, ma se il Governo non assume alcuna decisione sugli incentivi 2010, la raccolta di ordini continuerà ad essere fortemente depressa con la possibilità che in marzo vi sia un crollo drammatico anche delle immatricolazioni.
Non a caso fortissime preoccupazioni vengono espresse dai concessionari nel quadro dell’inchiesta congiunturale sul mercato dell’auto condotta a fine gennaio dal Centro Studi Promotor GL events. Gli operatori segnalano innanzitutto un fortissimo calo nell’affluenza di visitatori nelle show room. In dicembre soltanto il 16% dei concessionari segnalava bassa affluenza di visitatori. In gennaio la percentuale corrispondente balza a 78%. Situazione analoga per la raccolta ordini: bassa in dicembre per il 25% dei concessionari e bassa in gennaio per l’86%. In calo di 10 punti anche l’indicatore di fiducia dei concessionari determinato dal CSP.
La situazione del mercato dell’auto continua dunque ad essere estremamente delicata. Dopo tante dichiarazioni premature e contraddittorie, è dunque necessario che il Governo sciolga le sue riserve e adotti finalmente il provvedimento che si è impegnato ad emanare, rinnovando gli incentivi con bonus di entità analoga a quelli del 2009 ed estendendo la platea delle auto rottamabili con incentivi a tutte le vetture immatricolate fino al 2000 compreso.
Tra l’altro alle ragioni che erano alla base del provvedimento dello scorso anno altre se ne aggiungono. Il 2009 è stato un anno particolarmente duro per le aziende, ma, come risulta anche dall’indagine multiscopo dell’Istat e dall’indicatore di fiducia dei consumatori dell’Isae, l’impatto è stato meno forte per le famiglie. Questa situazione è dovuta a molti fattori, tra cui gli ammortizzatori sociali tempestivamente ampliati dal Governo, il relativamente basso indebitamento privato (58% del reddito disponibile contro il 91% dell’area dell’euro) e la tradizionale solidarietà della famiglia allargata italiana. Quest’anno, mentre si profilano segnali di recupero per le imprese, l’impatto della crisi potrebbe arrivare però con maggiore forza alle famiglie e ciò anche per effetto delle politiche anticrisi varate dalle aziende nel 2009 (riduzione degli organici, tagli di commesse e in genere di costi). Interventi per sostenere i consumi di beni durevoli appaiono quindi quanto mai necessari, compresi naturalmente gli incentivi alla rottamazione.