IN ITALIA VENDITE AUTO IN CADUTA LIBERA: SETTEMBRE – 26%

Mentre il mercato mondiale dell’auto va verso il record

Il mercato mondiale dell’auto continua a crescere e con ogni probabilità farà registrare un nuovo record di immatricolazioni a fine 2012, superando quota 60 milioni di autovetture vendute. Resta, invece, molto difficile la situazione italiana. In settembre sono state immatricolate 109.178 autovetture con un calo del 25,74%, mentre il consuntivo dei primi nove mesi chiude a quota 1.090.627 con un calo del 20,46%. Il dato di settembre fa, quindi, registrare una contrazione superiore alla media dei primi nove mesi e indica un peggioramento della situazione. D’altra parte non si vede come il quadro del mercato automobilistico possa migliorare data la caduta dell’economia reale determinata dalle politiche di risanamento finanziario imposte dai mercati e dalla mancanza di una politica anti-congiunturale. Va però segnalato che la contrazione del mercato automobilistico è molto più forte di quanto la frenata dell’economia reale giustificherebbe. Rispetto ai livelli ante-crisi la domanda è, infatti, scesa del 42%. Questa situazione, soprattutto nell’ultimo anno, trova giustificazione nel fatto che i consumatori hanno ridotto la loro propensione all’acquisto di auto e di altri beni di consumo durevoli in misura molto superiore alla contrazione delle risorse a loro disposizione. Con il manifestarsi in tutta la sua virulenza della crisi finanziaria a metà del 2011 i consumatori hanno infatti aumentato la loro propensione al risparmio a danno dei consumi per il forte impatto psicologico delle difficoltà finanziarie e per le connesse preoccupazioni del futuro.

Se parte del calo del mercato dell’auto è dovuta a fattori di carattere psicologico, si può ipotizzare che, se i successi ottenuti nel fronteggiare la crisi finanziaria si rivelassero duraturi, vi potrebbe essere un recupero della fiducia dei consumatori che potrebbe portare a un’inversione di tendenza dell’andamento del mercato automobilistico anche prima di un effettivo miglioramento del quadro dell’economia reale. Tra l’altro le inchieste congiunturale sul mercato dell’auto condotte dal Centro Studi Promotor GL events riflettono una situazione decisamente negativa, ma a partire da luglio sembra manifestarsi un’attenuazione della negatività. In particolare per quanto riguarda l’acquisizione di ordini in luglio il 98% degli operatori indicava un basso volume di attività, ma in settembre la percentuale corrispondente scende all’80%. Analogo andamento per l’affluenza di visitatori nelle show room indicata su bassi livelli dal 99% degli operatori in giugno e dal 69% in settembre. Anche per quanto riguarda le attese a breve termine il pessimismo degli operatori è poi in ridimensionamento. In giugno il 72% degli interpellati dichiarava di attendersi una nuova diminuzione della domanda. In settembre il dato corrispondente si attesta, invece, sul 53%. Indicazioni concordanti scaturiscono anche dall’indicatore di fiducia degli operatori del settore auto determinato sempre dal Centro Studi Promotor GL events. L’indicatore, dopo aver toccato il minimo storico a quota 11,90 in giugno, da luglio è in ripresa e a settembre si è portato a quota 20,90.

Sulla base di queste indicazioni si può quanto meno ritenere che, al di là del dato particolarmente negativo di settembre, la caduta del mercato dell’auto abbia ormai toccato il fondo. Ciò dovrebbe escludere ulteriori cadute, ma non autorizza a ritenere che sia imminente una ripresa. Perchè la domanda riparta in maniera significativa occorre infatti che vi sia una inversione di tendenza nell’economia reale. Tanto più che l’avversa congiuntura è il principale fattore di freno della domanda di auto, ma non l’unico. Il mercato automobilistico italiano è infatti fortemente penalizzato anche dal caro-carburanti, dal caro-assicurazioni, dalle difficoltà del credito e da una tassazione specifica sull’auto assolutamente vessatoria.