Nonostante il quadro economico negativo e la persecuzione fiscale dell’auto
In febbraio è arrivato il terzo segnale positivo consecutivo dal mercato italiano dell’auto. Nel mese le immatricolazioni sono state 118.328 con un incremento dell’8,6% sul febbraio 2013. Questa crescita arriva dopo gli incrementi dell’1,4% in dicembre e del 3,2% in gennaio, che hanno interrotto una serie nera che durava dalla fine degli incentivi 2009/2010. La sequenza dei tre incrementi a cavallo tra 2013 e 2014 indica che il recupero si sta rafforzando.
Sul mercato dell’auto, sceso nel 2013 a livelli del 47,7% inferiori a quelli ante-crisi (2007), si è indubbiamente prodotta una nuova situazione. E’ difficile tuttavia dire se ci troviamo di fronte a un rimbalzo tecnico o se sia iniziata una vera e propria ripresa destinata a prendere corpo nel prossimo futuro. E’ evidente che sulla positiva evoluzione degli ultimi tre mesi ha influito in maniera determinante il fatto che la domanda aveva ormai raggiunto livelli non più comprimibili. Il recupero non può essere infatti attribuibile né all’azione del Governo, che nulla ha fatto per sostenere l’auto (anzi!), né alla ripresa dell’economia, che sembrava delinearsi all’inizio dell’autunno, ma che si è probabilmente arrestata con il nuovo calo della produzione industriale di dicembre e con una lunga serie di dati sull’economia tutti in negativo tranne il clima di fiducia degli operatori economici che miracolosamente cresce. Anche la fiducia degli operatori del settore auto (monitorata dal Centro Studi Promotor) nella seconda metà del 2013 era in crescita ed ancora lo era nel gennaio scorso, ma in febbraio accusa una significativa battuta d’arresto. Vi è quindi la possibilità che i segnali positivi degli ultimi tre mesi vengano spazzati via dal mancato decollo della ripresa dell’economia e gli operatori del settore auto cominciano ad avvertire questo pericolo. Non va dimenticato che, secondo i concessionari auto interpellati a fine febbraio dal Centro Studi Promotor, il principale fattore di freno della domanda di autovetture è costituito dalla situazione economica, seguita dalla politica governativa chiaramente discriminatoria nei confronti dell’automobile e dall’elevatezza dei costi di esercizio (carburanti e assicurazioni soprattutto).
Perchè la primavera dell’auto degli ultimi mesi non si riveli un’estate di San Martino occorre quindi che agli annunci del nuovo Governo seguano immediatamente fatti e occorre anche che il primo provvedimento non riguardi aumenti di imposte, ma preveda un consistente taglio della tassazione sui redditi bassi e medio-bassi (cuneo fiscale). E’ proprio questo infatti il provvedimento più importante anche per ridare fiato al mercato dell’auto sceso ormai al disotto del livello di sopravvivenza per un numero molto importante di operatori del settore. Il rilancio della domanda interna e dell’economia è infatti essenziale per far si che il recente positivo andamento delle immatricolazioni non sia soltanto un rimbalzo tecnico, ma l’inizio di una ripresa. Perché la ripresa prenda corpo occorre però anche che il Governo adotti provvedimenti per rimuovere le troppe penalizzazioni alla domanda di auto che sono introdotte negli ultimi anni e che hanno portato il livello di tassazione sull’automobile ben al di là del sopportabile e delle peggiori tra le situazioni dei nostri partners europei.
Bologna, 3 marzo 2014