La frenata dell’economia allontana le prospettive di ripresa
E’ ancora più pesante del previsto la caduta delle immatricolazioni in marzo. Secondo i dati resi noti oggi dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti le immatricolazioni sono state 187.687 con un calo del 27,57% rispetto allo stesso mese del 2010. Una contrazione era attesa perchè marzo dello scorso anno fu l’ultimo mese in cui le vendite beneficiavano ancora degli incentivi 2009. Il calo registrato è però superiore alle attese, tanto che per trovare in marzo un volume di immatricolazioni peggiore di quello realizzato nel mese scorso occorre risalire al 1996, ultimo anno della grande crisi che colpì il mercato dell’auto a metà degli anni ‘90. Com’è noto, ci si attende che il consuntivo del mese di aprile possa tornare ad essere positivo o comunque vicino al pareggio nel confronto con il mese corrispondente dell’anno precedente perchè, proprio in aprile 2010, il mercato crollò per la fine degli incentivi, e dunque non dovrebbe essere difficile fare meglio.
Alla luce del risultato di oggi, anche ammesso che aprile 2011 non chiuda in rosso, appare difficile parlare di un’inversione di tendenza e dell’inizio di una ripresa. Dall’inchiesta congiunturale sul mercato dell’automobile condotta dal Centro Studi Promotor GL events a fine marzo emerge infatti che i giudizi dei concessionari sugli aspetti che forniscono indicazioni sull’evoluzione della domanda a breve rimangono fortemente negativi. Infatti, come in febbraio, anche in marzo, il 75% dei concessionari indica bassi volumi della raccolta di ordini, l’80% (70% in febbraio) indica bassa affluenza di visitatori nelle showroom e soltanto per le attese a breve termine si registra un lievissimo miglioramento in un quadro previsionale che resta comunque negativo. La quota dei concessionari che sono ancora pessimisti sull’andamento del mercato scende infatti dal 36% di febbraio al 31% di marzo.
Mentre la domanda di auto in tutto il mondo e in buona parte dei paesi europei è già in ripresa, il mercato italiano accusa ancora forti difficoltà legate soprattutto alla situazione dell’economia. Com’è noto, nel 2010 la ripresa economica in Italia è stata debole e in rallentamento con il passare dei mesi. Il tasso di crescita congiunturale del prodotto interno lordo era stato dello 0,5% sia nel primo trimestre che nel secondo, ma era sceso allo 0,3% nel terzo trimestre e allo 0,1% nel quarto. La stima preliminare sulla crescita del Pil nel primo trimestre 2011 verrà diffusa il 13 maggio, ma i dati statistici sul 2011 finora resi noti indicano che il rallentamento di fine 2010, non solo non è stato superato, ma potrebbe essersi aggravato nel 2011. Infatti, in gennaio, rispetto a dicembre, l’indice della produzione industriale è calato dell’1,5%, le vendite del commercio al dettaglio a prezzi correnti sono calate dello 0,5% per gli alimentari e dello 0,2% per i non alimentari e il numero degli occupati è calato dello 0,4%. E’ evidente che, se il quadro non muta, è altamente probabile che il dato sul prodotto interno lordo del primo trimestre che verrà diffuso il 13 maggio faccia registrare una variazione negativa.
Il Centro Studi Promotor GL events aveva previsto che, se la ripresa dell’economia italiana fosse proseguita con lo stesso tasso di crescita del 2010, il ritorno ai livelli ante-crisi si sarebbe avuto nel 2015. Se ora si apre una nuova fase di stagnazione o addirittura di recessione, per colmare il vuoto nel prodotto interno lordo apertosi nel 2008/2009, l’attesa si fa ancora più lunga. D’altra parte non si vede come possa proseguire la sia pur debole ripresa del 2010 in assenza di qualsiasi politica economica di rilancio dei consumi e dell’attività produttiva.