L’auto elettrica ai blocchi di partenza, ma incombe il coronavirus e…
Dopo un calo del 7,4% in gennaio, il mercato auto dell’Europa Occidentale (UE+Efta+UK) ha accusato in febbraio una nuova contrazione del 7,2%. Il consuntivo del primo bimestre chiude a quota 2.202.010 con un calo del 7,3% sullo stesso periodo del 2019 determinato soprattutto dalla debolezza della domanda dei privati fortemente incerti per la scelta del tipo di alimentazione. Ovunque si registra un forte interesse per le soluzioni a zero impatto che tuttavia si accompagnano a incrementi di immatricolazioni forti, in termini di percentuali, ma infimi, in valori assoluti.
In tutti i paesi le associazioni rappresentative dei produttori e anche quelle dei consumatori chiedono l’adozione di incentivi per le auto ecologiche (dall’eliminazione dell’Iva sulle elettriche ad altre forme di interventi) e chiedono anche un maggior impegno per la realizzazione delle infrastrutture di ricarica, dato che l’offerta di auto elettriche è ora molto ampia ed in grado di soddisfare una gamma molto grande di esigenze. Il Salone di Ginevra avrebbe dovuto rappresentare proprio la consacrazione della svolta irreversibile verso l’elettrico. Purtroppo il Salone è saltato per l’incombere della pandemia di coronavirus, ma la scelta dell’elettrico è ormai irreversibile in tutti i mercati dell’area e per tutti i produttori presenti.
Il consuntivo dei primi due mesi del 2020 – ha affermato Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – passerà comunque alla storia come lo spartiacque tra l’auto prima del coronavirus e l’auto dopo il coronavirus. L’impatto della pandemia sarà estremamente duro in marzo e nei mesi successivi fino alla fine dello stato di allarme ed interesserà tutti i mercati dell’area. Come sempre, anche in questo inizio del 2020 il risultato dell’area è stato fortemente condizionato dall’andamento dei cinque maggiori mercati in cui si concentra il 68,9% delle immatricolazioni. Nei primi due mesi del 2020 il risultato peggiore riguarda proprio il più importante dei mercati maggiori, quello tedesco che, dopo l’eccellente risultato del 2019, accusa un calo del 9%. Più o meno analoga la situazione della Francia (-7,8%) e dell’Italia (-7,3%), mentre la Spagna accusa un calo del 6,8% e il Regno Unito del 5,8%.
Bologna, 18 marzo 2020