GENNAIO: L’AUTO AFFONDA TRA ELEZIONI, IMPOSTE E REDDITOMETRO

Immatricolazioni in calo nonostante segnali di rinnovato interesse per l’auto

Partenza decisamente negativa per il mercato automobilistico italiano nel 2013. Secondo il Ministero dei Trasporti le immatricolazioni in gennaio sono state 113.525 con una contrazione del 17,6%. Si tratta, come è ovvio, di una caduta particolarmente pesante e tanto più lo appare se si considera che gennaio 2012 aveva già fatto registrare un calo del 16,7%. La domanda di autovetture nel nostro paese è fortemente frenata sia dal quadro economico generale che da fattori specifici. Tra questi ultimi particolarmente negativo è l’impatto della tassazione che ha raggiunto livelli tali da essere, non solo paralizzante per i consumi automobilistici, ma addirittura controproducente per lo stesso gettito fiscale. Gli ultimi dati sui consumi di carburante hanno infatti messo in luce che nel dicembre scorso vi è stato un calo delle vendite di benzina e gasolio alle pompe di ben il 13,5% e questo andamento ha per la prima volta prodotto il cosiddetto effetto Laffer: il fortissimo rincaro della tassazione ha avuto infatti un impatto così negativo sui consumi che il gettito fiscale di dicembre, invece di aumentare, è calato di ben il 7,2% con una perdita secca per l’Erario di 229 milioni e con la prospettiva, se l’effetto Laffer dovesse continuare con la stessa intensità, di un calo di gettito di ben 2,6 miliardi nell’intero 2013.

In questo particolare momento sulla domanda di autovetture, come d’altra parte sull’intera economia, grava una cappa di incertezza legata essenzialmente alla consultazione elettorale dal cui esito, nella percezione dei più, dipende la possibilità di adottare una politica realmente efficace di sostegno allo sviluppo economico. In attesa che si sciolga il nodo delle elezioni (come per la verità è accaduto anche in passato per consultazioni elettorali meno decisive) gli acquisti di beni di consumo durevole vengono sistematicamente rimandati. E non si può certo pensare che uno stimolo a comprare auto venga dalle notizie recentemente diffuse, in maniera peraltro poco chiara, sull’adozione del redditometro.

L’orientamento dei consumatori in gennaio appare fedelmente riflesso dal loro clima di fiducia che, secondo l’Istat, ha fatto registrare un calo di quasi un punto. Va tuttavia segnalato che per le imprese il clima di fiducia, sempre in gennaio, è aumentato di ben 4,3 punti, mentre è di oggi la notizia che la crescita del tasso di disoccupazione a dicembre si è arrestata. Sulla fiducia delle imprese incidono probabilmente le prospettive di miglioramento del quadro economico mondiale legate alle politiche varate dai principali sistemi economici mondiali (Usa, Cina e Giappone) per rilanciare la crescita. Anche il clima di fiducia degli operatori del mercato auto determinato dal Centro Studi Promotor sulla base della sua inchiesta congiunturale in gennaio ha fatto registrare un recupero di oltre un punto. In un quadro molto depresso per le vendite e per gli ordini si registra un’evoluzione positiva nell’indicatore che per primo segnala mutamenti di tendenza nell’orientamento del mercato e cioè il traffico di potenziali acquirenti nei saloni di vendita dei concessionari. Già in dicembre si era registrato un miglioramento dell’affluenza di visitatori nei saloni ed in gennaio questa tendenza positiva si è intensificata, mentre si sono fatte meno negative anche le previsioni per l’andamento delle vendite a tre-quattro mesi. La circostanza che all’aumento di traffico nei saloni di vendita non sia seguita una ripresa degli ordini e che vi sia però un contestuale, sia pur modesto, miglioramento delle previsioni avvalora l’ipotesi che decisioni di acquisto ormai mature siano oggi rinviate nella speranza che dalla scadenza elettorale venga un segnale di stabilità tale da rassicurare i mercati e i consumatori, che al momento visitano i saloni ma non comperano.