Con un calo delle immatricolazioni ad una cifra (-7,98%)
Segnali meno negativi dal mercato italiano dell’auto. In maggio sono state immatricolate 136.129 autovetture con un calo del 7,98% sullo stesso mese del 2012. La contrazione non è lieve, ma è comunque decisamente meno severa di quelle registrate nell’intero 2012 (-19,9%) e nel primo bimestre 2013 (-17,3%). Il dato di maggio è invece coerente con quelli di marzo e aprile che hanno fatto registrare cali più contenuti. Il livello raggiunto dalle immatricolazioni è comunque ancora estremamente basso. Proiettando i risultati dell’ultimo semestre su base annua, afferma il Centro Studi Promotor, si ottiene una previsione per il 2013 di 1.267.954 autovetture: un livello che si colloca sui volumi della fine degli anni ‘70.
Il segnale di minor negatività che emerge dal dato diffuso oggi va registrato e analizzato tenendo conto anche di altri segnali, pure deboli, ma significativi. Di un certo interesse è il fatto che in aprile sembra essersi arrestato il calo nei consumi di carburanti che ha caratterizzato l’intero 2012 e l’inizio del 2013. Una causa di questa situazione è certamente il fatto che il prezzo della benzina, dopo il picco toccato a quota 1,889 euro nella prima settimana di settembre 2012, si è gradualmente ridimensionato fino a portarsi nella seconda settimana di maggio a quota 1,709 euro con un calo del 9,5%, a cui hanno fatto però seguito nuovi incrementi nelle due settimane successive (+1,35%). Analogo andamento ha avuto il prezzo del gasolio che è sceso tra la prima settimana di settembre e la seconda di maggio del 9,7% per risalire poi nelle due settimane successive (+1,4%). Anche per i premi di assicurazione, secondo l’Istat, nei primi quattro mesi del 2013 vi è stato un piccolissimo calo (-0,45%), dopo la crescita del 3,5% del 2012.
Si è dunque leggermente attenuato l’impatto dell’elevatezza dei costi di esercizio sulle decisioni di acquisto di automobili. Resta invece invariato ed altissimo il carico fiscale sulla motorizzazione, come invariate restano le difficoltà di accedere al credito. Sempre preoccupante è poi il quadro economico generale che insieme alla crisi della fiducia dei consumatori e delle imprese è la causa di fondo del crollo delle immatricolazioni. Per la congiuntura economica è ben noto che al diminuire della tensione sui mercati finanziari e alla riduzione dello “spread”, non ha fatto seguito alcun miglioramento dell’economia reale.
Quanto alla fiducia di consumatori e imprese, il crollo verificatasi tra metà 2011 e metà 2012 è stato seguito da una stagnazione degli indici che stanno oscillando in una banda piuttosto stretta senza che si manifestI alcun segnale di recupero. La costituzione del Governo e i suoi primi atti, sostiene il Centro Studi Promotor, non hanno dunque ancora inciso sul clima psicologico del Paese e quindi neppure sulla propensione all’acquisto di beni di consumo. Il recupero della fiducia è particolarmente importante per il mercato dell’auto che ha subito un calo molto più accentuato di quelli del Pil e dell’economia reale. Perché un tale recupero si manifesti occorre però che il Governo dia prova di saper adottare misure di immediata efficacia per rilanciare la crescita e di saper anche sostenere le ragioni dello sviluppo nei rapporti con gli altri partner dell’Eurozona.
Bologna, 3 giugno 2013