Con 1.251.905 immatricolazioni il mercato europeo dell’auto fa registrare in novembre un calo dell’1,1%. Più consistente la flessione se si considerano soltanto i Paesi dell’Europa occidentale (UE 15 + Efta) le cui immatricolazioni rappresentano il 94,6% del mercato. Per il complesso di questi Paesi la contrazione scende infatti al 2,1%. Pesa sul bilancio di novembre soprattutto il calo del maggior mercato del continente, quello tedesco, che accusa una flessione del 12,9%. Abbastanza positivi invece, Spagna esclusa, gli andamenti degli altri mercati nazionali europei che costituiscono la pattuglia dei primi cinque. La Francia cresce del 7,2%, il Regno Unito del 2,2%, l’Italia dell’1,0% e la Spagna invece cala del 5,9%. Anche se l’Europa tra le grandi aree a motorizzazione avanzata è l’unica a non accusare perdite significative (negli Stati Uniti e soprattuto in Giappone il calo delle immatricolazioni è infatti preoccupante), non si può certo affermare che la domanda di autovetture sia sostenuta, anzi. Il risultato del mese scorso contribuisce a limare ulteriormente il cumulato dell’anno che a fine novembre vede in Europa occidentale 13.759.106 immatricolazioni con una crescita contenuta nello 0,1%. Un contributo ad arrotondare il risultato viene dai paesi nuovi membri dell’Unione che complessivamente nei primi undici mesi dell’anno crescono del 14,7% e portano il bilancio del continente a quota 14.827.282 unità con una crescita dell’1,1%. In questi Paesi il processo di motorizzazione però sta decollando in misura molto superiore a quanto lascino pensare gli incrementi delle immatricolazioni di auto nuove perché un forte contributo alla crescita del parco circolante viene anche dall’immissione di autovetture usate provenienti dagli altri paesi dell’Unione, Italia compresa.
Ritornando ai mercati avanzati del continente, il risultato che si sta conseguendo nel 2007 non può essere definito soddisfacente. Molti fattori pesano infatti sulla propensione ad acquistare automobili. Il quadro economico del 2007 non è stato brillante. Come è noto le previsioni per lo stesso 2007 e per il 2008 sono state riviste al ribasso per la crisi dei mutui subprime ed altri aggiustamenti verso il basso dei tassi di crescita sono da mettersi in conto. A ciò si aggiunge l’aumento del costo del denaro, che penalizza il ricorso al credito al consumo, elemento di sostegno indispensabile per la domanda di automobili. E poi vi sono stati i rincari dei prezzi dei carburanti e i riflessi sulla situazione delle imprese, e conseguentemente delle famiglie, del rapporto di cambio tra l’euro e le altre monete. E tutto ciò mentre si riaffaccia l’inflazione.
Preoccupano inoltre gli orientamenti che stanno emergendo in relazione al contenimento delle emissioni di anidride carbonica (CO2). L’anidride carbonica non è un inquinante ma l’aumento della sua presenza nell’atmosfera viene ritenuto dannoso in quanto si ipotizza che insieme ad altri gas serra possa contribuire all’innalzamento della temperatura del pianeta, temperatura che nell’ultimo secolo è aumentata di poco meno di un grado. Le emissioni di anidride carbonica derivanti dalle attività umane sono il 3,5% del totale, quelle riconducibili alle attività di trasporto soltanto lo 0,40% e quelle riconducibili alle autovetture una percentuale ancora più piccola. Ciononostante si ritiene opportuno che le autovetture riducano ulteriormente le loro emissioni di CO2. L’obiettivo è di giungere a 120 g/km a partire dal 2012. Si risparmierebbero così 10,9 miliardi di tonnellate (Mt) di emissioni di CO2 all’anno. Il costo per autoveicolo sarebbe però di 3.600 euro che si trasferirebbe sul prezzo con effetti decisamente negativi sulla domanda ed in particolare con la conseguenza che molte persone rinvierebbero la sostituzione della loro auto vecchia e inquinante con un impatto negativo sull’ambiente. Fortunatamente per ottenere un risparmio annuo di emissioni di CO2 di 10,9 Mt all’anno esistono alternative al solo intervento tecnologico sugli autoveicoli. Basti pensare che introducendo una guida ecocompatibile il risparmio annuo sarebbe di 12,5 Mt, con un 5% di combustibili sintetici da biomassa il risparmio sarebbe di 10,2 Mt, con un 5% di biocombustibili il risparmio sarebbe di 9,5 Mt. Un contributo importante potrebbe poi venire anche dalla sincronizzazione semaforica che potrebbe determinare minori emissioni di CO2 all’anno per 2,4 Mt, mentre il solo mantenimento a livello ottimale della pressione delle gomme potrebbe portare 1 Mt di CO2 emesso in meno nell’atmosfera ogni anno.