FEBBRAIO NEGATIVO PER IL MERCATO AUTO IN EUROPA

L’aumento del costo del denaro comincia a incidere sulla domanda

Febbraio negativo per il mercato automobilistico europeo. Secondo i dati diffusi oggi dall’Acea nel mese sono state immatricolate 1.083.811 autovetture con un calo del 2,5% rispetto al febbraio 2006 mentre il consuntivo del primo bimestre chiude con un calo dello 0,3%. Su queste contrazioni ha influito pesantemente il mercato tedesco che sta vivendo una fase particolare per effetto dell’aumento dell’Iva di tre punti percentuali a partire dal primo gennaio. L’inasprimento dell’imposta era stata annunciato con largo anticipo e aveva determinato una consistente accelerazione di domanda in novembre e dicembre, a cui segue ora una contrazione delle immatricolazioni, che in gennaio è stata del 10,5% e che in febbraio sale al 15,1%.

Al netto dell’effetto Germania, il mercato europeo in questo inizio del 2007 sarebbe stato in crescita con un incremento del 3,5% in gennaio, ma soltanto dello 0,5% in febbraio. Il quadro complessivo è infatti in peggioramento. Mentre in gennaio tra i grandi mercati soltanto quello tedesco era in calo (per i motivi indicati), in febbraio tutti i cinque maggiori mercati accusano una contrazione delle vendite con la sola eccezione dell’Italia, in cui si cominciano ad avvertire gli effetti degli incentivi alla rottamazione. In particolare, oltre al calo del 15,1% della Germania di cui si è detto, si registrano contrazioni del 3,2% nel Regno Unito, dell’1,8% in Francia e del 4,4% in Spagna, mentre l’Italia cresce del 5,7%.

Questi risultati, conseguiti a parità di giorni lavorati, indicano indubbiamente una situazione di difficoltà del mercato automobilistico europeo. Nonostante l’orientamento moderatamente positivo della congiuntura economica, sugli acquisti di auto cominciano probabilmente ad influire i ripetuti rincari dei tassi di interesse decisi dalla Banca Centrale Europea che hanno naturalmente determinato un maggior costo del credito al consumo. Si tratta di un aspetto particolarmente delicato, perchè il ricorso al credito per l’acquisto dell’auto, come per la maggior parte dei beni di consumo, è diventato un elemento decisivo per sostenere la domanda sia in Europa che in Italia. Per quanto riguarda il nostro Paese, l’eventuale impatto negativo dell’aumento del costo del denaro è oggi più che compensato dagli incentivi alla rottamazione, che, nonostante una partenza lenta per la difficoltà delle case automobilistiche di far fronte con immediatezza alle punte di domanda determinate proprio dagli incentivi, dovrebbero far registrare incrementi a due cifre già a partire da marzo. Da notare che nel consuntivo dei primi due mesi l’Italia è al primo posto in Europa, anche se si tratta di un effetto transitorio dovuto alla forte concentrazione delle vendite nella prima parte dell’anno che caratterizza il nostro mercato.

Considerando il risultato dei 18 Paesi dell’Europa occidentale l’andamento negativo di febbraio interessa, oltre ai mercati nazionali più grandi, anche quasi tutti i mercati minori con poche eccezioni. Risultai migliori si registrano invece nel complesso dei dieci paesi nuovi membri dell’Unione Europea per i quali sono disponibili dati statistici (mancano Cipro e Malta). Le immatricolazioni nell’area sono cresciute del 6,5% in febbraio e del 13,1% nel primo trimestre. Questi dati offrono tuttavia una immagine parziale della situazione del mercato automobilistico nei paesi nuovi membri dell’Unione Europea in quanto il processo di motorizzazione di massa è stato solo recentemente avviato e sta avvenendo, oltre che con l’acquisto di vetture nuove, anche con usato di buona qualità proveniente dagli altri Paesi dell’Unione Europea.

Il consuntivo dei primi due mesi per l’intero mercato europeo chiude, come si è detto, con una contrazione dello 0,3%. In questo quadro particolarmente significativo è il risultato ottenuto dal gruppo Toyota che cresce del 17,4%, mentre per il Gruppo Fiat prosegue e si rafforza l’andamento positivo in atto da tempo. La quota di mercato del Gruppo in febbraio tocca infatti il 9,4% contro l’8,6% dello stesso mese del 2006.