EUROZONA: PALLA AL PIEDE DEL MERCATO AUTO IN EUROPA

In maggio UE -5,9%, Eurozona -9%, paesi UE non euro +4,3%

 In maggio le immatricolazioni di autovetture nella Unione Europea hanno fatto registrare un calo del 5,9%. Si tratta del peggior risultato per il mese di maggio dal 1993. All’interno dell’Unione vi sono però andamenti nettamente differenziati per i paesi dell’Eurozona e per il complesso dei paesi che non hanno adottato l’euro. Dalla rielaborazione dei dati Acea eseguita dal Centro Studi Promotor emerge infatti che nell’Eurozona si registra un calo del 9%, mentre il complesso dei paesi non euro, trainato dal Regno Unito (+11%), cresce del 4,3%. Questo incremento è pienamente coerente con l’andamento del mercato automobilistico mondiale che, secondo gli ultimi dati disponibili, nel primo quadrimestre ha fatto registrare un incremento del 4,4%.

 All’interno dell’Eurozona in maggio tutti i mercati nazionali sono in calo tranne quelli del Belgio e di tre piccoli paesi: Finlandia, Estonia e Slovenia. Contrazioni particolarmente pesanti  riguardano i maggiori mercati con cali del 9,9% in Germania, del 10,4% in Francia e dell’8% in Italia. Contrariamente a quanto potrebbe apparire sulla base di questi cali, il quadro del mercato italiano è molto più serio di quello dei mercati tedesco e francese. Rispetto ai livelli ante-crisi (2007) infatti nel 2012 il calo delle immatricolazioni è stato in Germania del 2,1%, in Francia dell’8,3% e in Italia di ben il 44%. La situazione del nostro mercato dell’auto appare particolarmente grave anche rispetto al contesto dell’economia italiana. Sui livelli ante-crisi il prodotto interno lordo è infatti in calo del 6,5%, mentre l’indicatore più rappresentativo dell’economia reale, cioè quello della produzione industriale, fa registrare un calo del 25%.

 La particolare gravità della crisi dell’auto in Italia, come emerge dal confronto con Pil e produzione industriale, non è dunque riconducibile soltanto alla crisi economica, ma anche a fattori specifici di freno come il caro-carburanti, il caro-assicurazioni, le difficoltà del credito e un carico fiscale assolutamente abnorme. Data la situazione del mercato italiano, sostiene il Centro Studi Promotor, non si vede perché il Governo, che si è dimostrato sensibile alle istanze della nautica da diporto non dia un segnale positivo anche al mercato dell’auto cominciando ad allentare l’eccessiva tassazione specifica che colpisce il settore.                                                                                                                                                                                                           

Bologna, 18 giugno 2013