Le aziende trainano la ripresa dell’auto, cauti i privati, benino l’elettrico
Dati positivi dal mercato dell’auto dell’Europa Occidentale (UE+EFTA+UK). In aprile sono state immatricolate 964.932 autovetture con una crescita del 16,1% sullo stesso mese del 2022. Il consuntivo dei primi quattro mesi si chiude invece con 4.201.918 immatricolazioni ed una crescita del 17,2% rispetto allo stesso periodo del 2022.
Questi dati confermano l’andamento favorevole delineatosi da agosto per effetto di una maggiore disponibilità di auto dovuta al miglioramento della situazione delle forniture di componenti essenziali per la produzione di autoveicoli. La carenza di prodotto aveva fortemente penalizzato le forniture alle concessionarie e quindi agli utilizzatori finali. Il ritorno verso la normalità negli approvvigionamenti delle case automobilistiche ha avuto un impatto immediato sul mercato.
Nonostante la ripresa in atto – sottolinea Gian Primo Quagliano, presidente Centro Studi Promotor – le vendite di auto nell’Europa Occidentale sono però ancora molto lontane dai livelli ante-crisi. Le immatricolazioni del primo quadrimestre di quest’anno accusano infatti un calo di ben il 23,5% rispetto allo stesso periodo del 2019, cioè alla situazione precedente la crisi da coronavirus. Per tornare alla normalità, oltre ai problemi di fornitura, è necessario superare anche gli altri fattori di freno manifestatisi dal 2020 in poi ed in particolare l’impatto psicologico e concreto della guerra in Ucraina e anche la ricomparsa dell’inflazione che ha inciso pure sui prezzi di listino delle autovetture.
Sta inoltre emergendo in molti dei principali paesi dell’area, ed anche in Italia, un nuovo elemento di preoccupazione. La ripresa in atto interessa soprattutto gli acquisti delle aziende piuttosto che quelli dei privati. Per quanto riguarda l’Italia nel primo quadrimestre di quest’anno, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, le immatricolazioni a privati sono aumentate dell’11,3%, mentre il resto del mercato è cresciuto del 46,5%. Il quadro è analogo negli altri maggiori mercati dell’Europa Occidentale. E una delle ragioni di questa situazione viene indicata nell’incertezza nella scelta di una nuova auto legata alla prospettiva della transizione energetica che induce molti privati a rimandare acquisti già maturi in attesa che emergano nuovi elementi per poter operare la scelta più opportuna. In particolare, secondo Mike Hawes, amministratore delegato di SMMT, l’associazione inglese dei produttori di autoveicoli, “l’ansia per la ricerca del punto di ricarica sta iniziando a gettare una nuvola sull’entusiasmo del mercato di adottare la mobilità a zero emissioni”.
Tra i cinque maggiori mercati europei quello che ha la quota dell’elettrico più alta nel primo quadrimestre 2023 è comunque proprio il Regno Unito con il 15,4%, seguito dalla Francia con il 14,8%, dalla Germania con il 14,3%, dalla Spagna con il 4,5% e dall’Italia con un misero 3,7% che, nel contesto dell’Europa Occidentale, fa si che peggio dell’Italia facciano solo Croazia, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia.
Bologna, 17 maggio 2023