La riparabilità, il recupero e gli acquisti verdi della Pubblica Amministrazione sono le attività dell’economia circolare che avranno maggiore possibilità di sviluppo nel prossimo futuro. Questa notizia di grande interesse per lo sviluppo sostenibile del nostro Paese emerge da una recente indagine di Legambiente e Green Factor finalizzata a monitorare l’impatto socio-economico della pandemia da Covid-19 sulle professioni legate all’economia circolare, indagine che è stata condotta nel nostro Paese all’indomani del primo lockdown su un campione rappresentativo di operatori dell’economia circolare.
A darne evidenza è l’Osservatorio sulla Mobilità sostenibile di Airp (Associazione Italiana Ricostruttori Pneumatici), che sottolinea come questa sia una notizia particolarmente importante anche per l’industria dei pneumatici ricostruiti, da sempre esempio perfetto di economia circolare e al centro delle strategie di riuso, di recupero e di rigenerazione dei materiali.
Dall’indagine emerge che per rilanciare il mondo del lavoro dopo la pandemia di Covid-19 servirà un’economia più sostenibile, dove le competenze verdi avranno un ruolo cruciale. La crisi sanitaria, infatti, è stata sì percepita dagli attori dell’economia circolare come un problema, ma al tempo stesso anche come l’occasione per costruire un nuovo paradigma occupazionale più sostenibile. In particolare agli operatori interpellati nell’indagine è stato chiesto di assegnare un punteggio, in una scala da 1 a 100, alle attività dell’economia circolare ritenute di maggior sviluppo nei prossimi anni.
A ricevere il punteggio più alto (86,7) sono stati i settori della riparabilità e del recupero dei beni e degli acquisti verdi della Pubblica Amministrazione (noti anche come GPP – Green Public Procurement). Punteggi alti sono stati attribuiti anche ai settori degli scarti alimentari (85,8), del riuso (82,5) e dell’edilizia (80). Più distanziati in graduatoria, sotto quota 80 punti, ci sono invece i settori della manutenzione e dell’installazione di macchinari ed impianti industriali (78,3), della sharing economy (77,5), dei servizi alla persona (74,2) e di altri indicatori di sostenibilità (73,3).
Le strategie circolari, commenta Airp, rappresentano la direttrice sulla quale è possibile innestare una sana ricetta di sviluppo economico che guarda al rilancio del Paese in chiave sostenibile. La ripresa post-Covid non potrà non tener conto dell’economia circolare, che è l’unico modello economico adatto a fronteggiare questo delicato momento storico. Questo perché il modello dell’economia circolare preserva nel tempo le risorse naturali attraverso un uso e una gestione più efficienti, perché promuove il più alto livello di valore e utilità di prodotti, componenti e materiali, perché sviluppa processi produttivi che utilizzano meno risorse attraverso il riuso, il riciclo e la rigenerazione dei prodotti, dei componenti e dei materiali.
In questo contesto, conclude Airp, non si deve dimenticare di valorizzare e sostenere la filiera della ricostruzione di pneumatici, che da sempre gioca un ruolo da pioniere nell’accelerare la transizione verso il modello virtuoso dell’economia circolare. Grazie all’attività di ricostruzione, infatti, il pneumatico di qualità può essere ricostruito e quindi utilizzato anche più volte, mediante il recupero delle strutture portanti ancora integre alla fine del ciclo di vita. La pratica della ricostruzione di pneumatici è inoltre fondamentale per risparmiare materie prime, petrolio ed energia rispetto alla produzione di un pneumatico nuovo e consente di ridurre la produzione di PFU (pneumatici fuori uso), rallentando in modo considerevole il flusso di smaltimento dei pneumatici.