DAI GAS PICCOLO AIUTO ALLE VENDITE DI AUTO IN CRISI (-14,3% IN MAGGIO)

Vendite in controtendenza per le auto a metano (+45,9%) e a gpl (+165,9%)

Piccolo ma significativo segnale dal mercato italiano dell’automobile. In maggio, infatti, le immatricolazioni sono state 147.102 con un calo del 14,3% sullo stesso mese del 2011. La contrazione è consistente, ma comunque inferiore di 6 punti percentuali rispetto al calo del 20,17% dei primi quattro mesi dell’anno. Questa minor negatività dell’andamento di maggio è dovuta essenzialmente alle vendite di auto con alimentazione a metano e gpl, che sono sostenute dalla particolare convenienza economica di questi carburanti rispetto alla benzina e al gasolio che si è determinata con la dinamica dei prezzi alla pompa degli ultimi mesi. Sulla base dei più recenti dati disponibili sui prezzi dei carburanti, per percorrere un chilometro oggi si spendono infatti 6,5 centesimi con un’auto a metano, 10,9 centesimi con un’auto a gpl, 14,5 centesimi con un’auto a gasolio e 17,9 centesimi con un’auto a benzina.

La forte compressione della domanda di sostituzione che si è avuta nel 2010, nel 2011 e nei primi mesi del 2012, unitamente alla convenienza economica dei carburanti gassosi di cui si è detto ha fatto sì che in maggio le immatricolazioni di autovetture a metano aumentassero del 45,9% e che quelle di auto a gpl aumentassero del 165,9%. L’impatto sul totale delle vendite di questi andamenti positivi non è molto rilevante perchè la quota complessiva delle auto a metano e a gpl è ancora non particolarmente rilevante, ma comunque il segnale che scaturisce dai dati di maggio è inequivocabile: a fronte di uno stimolo economico la risposta della domanda di autovetture è pronta in quanto vi è un forte contingente di acquisti rinviati per la crisi dell’economia. La reattività della domanda a stimoli economici autorizza a ritenere che un’inversione di tendenza nell’andamento del mercato dell’auto potrebbe verificarsi già nella seconda metà dell’anno qualora nelle prossime settimane vi fossero misure di sostegno della domanda o, anche semplicemente, decisioni europee per fare dell’euro una moneta normale sostenuta da una banca centrale normale o il varo di orientamenti di politica economica nell’UE volti a salvaguardare le ragioni dello sviluppo oltre che quelle del rigore. Probabilmente basterebbe anche soltanto l’annuncio di una politica economica che preveda provvedimenti per la crescita in tempi brevi a ridare fiducia alle imprese e ai consumatori con positive ripercussioni anche sulla propensione all’acquisto di automobili.

Al momento, tuttavia, non vi sono né misure per la ripresa né annunci e di conseguenza tutti gli indicatori di fiducia determinati dall’Istat per le imprese e per i consumatori sono in calo, l’indicatore di fiducia degli operatori del settore dell’auto determinato dal Centro Studi Promotor GL events è sceso a livelli infimi e l’indicatore della propensione all’acquisto di autovetture di Findomestic ristagna su bassi livelli. E tutto ciò mentre i dati sull’economia reale sono sistematicamente negativi, compresi anche i dati sull’occupazione resi noti oggi che riflettono un ulteriore aggravamento della situazione: il tasso di disoccupazione in aprile sale, infatti, al 10,2% contro il 9,8% comunicato un mese fa per marzo e oggi rettificato nel 10,1%.