Mentre la domanda di auto risente della perdita di potere d’acquisto delle famiglie
In maggio sono state immatricolate in Italia 149.229 autovetture con una contrazione del 27,91% rispetto allo stesso mese del 2004. Questo calo non deve però trarre in inganno in quanto sul volume delle immatricolazioni ha fortemente inciso lo sciopero delle bisarche, che si è protratto fin quasi alla fine del mese e che ha reso molto difficile il rifornimento di auto nuove alle concessionarie. Secondo il Centro Studi Promotor, in assenza di questa vertenza, le immatricolazioni in maggio sarebbero state comunque in calo e si sarebbero attestate intorno a quota 192.000 unità, con una calo del 7% rispetto allo stesso mese del 2004.
Allo sciopero delle bisarche è quindi imputabile una perdita di immatricolazioni di circa 43.000 unità a cui, secondo le stime del Centro Studi Promotor, ha corrisposto un minor fatturato per i concessionari di 600 milioni di euro e un minor gettito d’Iva di 120 milioni di euro. Questi cali dovrebbero però essere recuperati in giugno.
Sciopero delle bisarche a parte, la situazione del mercato automobilistico italiano resta comunque preoccupante. L’indicatore del clima di fiducia dei concessionari determinato dal Centro Studi Promotor è sceso in maggio a 23,50 toccando un livello che non si registrava dal 1993, quando le immatricolazioni dell’intero anno accusarono un calo del 29% sul 1992. Certo sulla fiducia dei concessionari ha pesato la lunga vertenza delle bisarche, ma dall’inchiesta congiunturale del Centro Studi Promotor emerge un netto peggioramento anche per molti aspetti non influenzati dalla vertenza. In maggio ha toccato infatti l’85% la quota di concessionari che dichiarano bassi livelli di affluenza di visitatori nei saloni di vendita, mentre l’86% valuta bassa anche l’acquisizione di ordini. Le previsioni per i prossimi mesi non sono però catastrofiche. Il 51% dei concessionari prevede domanda stabile sugli attuali bassi livelli. Il 36% si attende invece un peggioramento e il 13% prevede un recupero in gran parte concentrato in giugno per effetto del superamento della vertenza delle bisarche.
Nel 2005, dopo otto anni di vendite decisamente elevate, sulla propensione all’acquisto di auto incidono pesantemente il deterioramento del quadro economico generale e soprattutto la diminuzione del potere d’acquisto delle famiglie, in particolare di quelle con redditi bassi e medio-bassi. L’incidenza di quest’ultimo elemento appare rilevante e risulta anche dal fatto che, in un contesto di mercato complessivamente in calo, le contrazioni più accentuate riguardano gli acquisti dei privati piuttosto che quelli delle aziende e gli acquisti di vetture utilitarie piuttosto che quelli di auto medie e grandi. Poiché non vi sono ragioni per ritenere che il quadro possa mutare nella seconda metà dell’anno, il Centro Studi Promotor, conferma la sua previsione di un volume di immatricolazioni di 2.100.000 unità per l’intero 2005, con un calo del 7-8% sul 2004.