Con un calo delle immatricolazioni del 5,51% in settembre
Secondo i dati diffusi oggi dal Ministero dei Trasporti in settembre sono state immatricolate 176.112 autovetture con un calo del 5,51%. Questo dato va considerato tenendo conto che nel mese scorso vi sono stati due giorni lavorativi in più che hanno consentito di contenere le perdite. A parità di giorni lavorati la contrazione sarebbe stata sicuramente a due cifre, ma comunque probabilmente contenuta entro il 14% e quindi su livelli decisamente inferiori al calo di agosto (-26,42%). Si conferma quindi anche in settembre un andamento negativo sostanzialmente allineato con la tendenza degli ultimi mesi. In particolare il calo dei primi nove mesi è dell’11,33% rispetto allo stesso periodo del 2007. Lo scorso anno fu però veramente eccezionale in quanto le immatricolazioni toccarono il record di tutti i tempi per il mercato italiano. Se si fa il confronto con un anno come il 2006 che è stato positivo, ma senza eccessi di immatricolazioni dovuti ad incentivi alla rottamazione, il calo dei primi nove mesi del 2008 è contenuto nel 5,2%.
La crisi del mercato italiano dell’auto, che emerge con chiarezza da tutti gli indicatori, ha quindi assunto, almeno per ora, un andamento soft senza le drammatiche cadute delle immatricolazioni che si rilevarono nella crisi precedente (1993) in cui il calo delle vendite fu del 29% con punte intorno al 40% in alcuni mesi. Anche l’inchiesta congiunturale del Centro Studi Promotor condotta alla fine di settembre conferma, da un lato, una situazione di grave difficoltà, ma dall’altro la tendenza del mercato a stabilizzarsi sui livelli depressi già raggiunti senza la prospettiva, quantomeno a breve termine, di ulteriori peggioramenti. In particolare restano negativi i giudizi dei concessionari sull’affluenza di visitatori nelle show room e sull’acquisizione di ordini, ma per l’affluenza la quota di coloro che indicano bassi livelli di presenze si attesta al 79% dal 90% di luglio e dall’88% di agosto, mentre le indicazioni di raccolta ordini su bassi livelli si attestano in settembre sull’87% contro l’89% di luglio e il 92% di agosto. Anche l’indicatore del clima di fiducia degli operatori del settore auto determinato dal Centro Studi Promotor, pur rimanendo su livelli molto depressi, risale in settembre di oltre un punto rispetto ad agosto.
Dalla rilevazione del Centro Studi Promotor emerge anche un altro elemento particolarmente significativo costituito dal fatto che ben il 93% dei concessionari lamenta una insufficiente remuneratività delle vendite e questo dato è indicativo del grande sforzo che i concessionari stanno facendo per sostenere la domanda in una fase particolarmente difficile sia per la situazione dell’economia sia per l’operare di fattori specifici di freno della domanda di auto. Invitati ad esprimersi sull’entità dell’impatto negativo di questi fattori i concessionari pongono al primo posto il costo del carburante, seguito dalla pressione fiscale sull’auto, dal costo delle assicurazioni, dalla difficoltà di ottenere credito, dal costo del credito al consumo, dall’andamento ciclico del mercato e dalla inefficacia degli incentivi alla rottamazione.
Per quanto riguarda le prospettive, i concessionari interpellati nel corso dell’inchiesta del Centro Studi promotor non appaiono particolarmente ottimisti. E’ veramente sparuto (1,7%) il numero di coloro che si attendono una ripresa nei prossimi mesi. Per il 39,5% la ripresa arriverà invece nel 2009, mentre il 53,5% la vede nel 2010. I tempi per uscire dalle attuali difficoltà del mercato dell’auto non sembrano dunque brevi, anche se appaiono sostanzialmente allineati a quelli di altre fasi negative del mercato dell’auto. Vi è tuttavia la possibilità che la crisi si mantenga soft. Su una possibilità di questo tipo per l’intera economia e per la finanza puntano molto anche le politiche che nel mondo si stanno studiando per contenere gli effetti del terremoto finanziario. Se queste politiche dovessero avere buon esito aumenterebbero le probabilità che anche per il mercato dell’auto la crisi resti soft e non sia particolarmente lunga.