Prospettive di ripresa dalla seconda metà del 2003
Il comparto italiano della componentistica e dei ricambi per auto ha chiuso il 2002 con un fatturato stimato in 22.200 milioni di euro. Il dato è stato fornito oggi nel corso della conferenza stampa di presentazione di Automotor 2003 – Salone Internazionale dei Componenti, Ricambi ed Accessori per l’Autoveicolo – che si terrà a Torino dal 26 al 30 marzo. La stima sul fatturato 2002 è stata fatta dal Centro Studi Promotor e mette in luce rispetto al 2001 una contrazione di circa il 5%. Si tratta di un risultato negativo, ma non particolarmente allarmante, se si considera che nel 2002 la produzione italiana di autovetture ha fatto registrare un calo dell’11,48%.
Nel 2002 il settore italiano della componentistica è stato penalizzato dalla crisi del gruppo Fiat che si è inserita, con caratteristiche proprie di particolare gravità, in un contesto produttivo di rallentamento del settore automobilistico a livello mondiale. L’impatto sul settore della crisi della Fiat è stato però attenuato dal fatto che l’industria italiana della componentistica ha da molto tempo assunto una dimensione internazionale ed è fornitrice sia per il primo equipaggiamento che per i ricambi dell’intero comparto automobilistico mondiale. La quota di produzione destinata all’esportazione è interessata da un trend di crescita e nel 2001 è stata pari al 45%. Non sono ancora disponibili dati definitivi sul 2002, ma è lecito ritenere che la quota delle vendite all’estero del settore sia ulteriormente aumentata.
Secondo l’Istat, le esportazioni nei primi nove mesi del 2002 hanno avuto un valore di 7.700 milioni di euro. Nei confronti dello stesso periodo del 2001 vi è una contrazione del 3,6% dovuta, come si accennava, alle difficoltà dell’industria automobilistica mondiale, ma va comunque sottolineato che questa contrazione è inferiore al calo della produzione italiana del settore (-5%) e di conseguenza la quota dell’export dovrebbe essere nel 2002 ulteriormente aumentata. Fortemente positivo si mantiene comunque il saldo della bilancia commerciale. Nei primi nove mesi del 2002 le esportazioni italiane di componenti, ricambi ed accessori per auto hanno superato le importazioni di 2.993 milioni di euro.
Il Centro Studi Promotor, in vista della apertura di Automotor 2003, ha condotto una inchiesta su un campione rappresentativo di 200 aziende del settore. Dalla rilevazione emerge innanzitutto che i produttori italiani di componenti e ricambi hanno già reagito nel 2002 alle difficoltà create dalla crisi della Fiat incrementando le vendite ai costruttori esteri e agli autoriparatori indipendenti italiani ed esteri. In misura molto minore, anche per i vincoli che ancora sussistono nei contratti di concessione, il settore ha cercato nel corso del 2002 di incrementare le vendite nei confronti di riparatori italiani ed esteri appartenenti alle reti ufficiali di assistenza delle case automobilistiche. Dalla rilevazione emerge che gli operatori della componentistica si attendono una ripresa della domanda che comincerà a delinearsi già nel secondo semestre del 2003 per rafforzarsi nel 2004. La ricerca del Centro Studi Promotor mette anche in luce che il settore italiano della componentistica e del ricambio auto si attende che interessanti prospettive di lavoro scaturiscano dalla progressiva applicazione della nuova normativa europea sulla distribuzione e l’assistenza agli autoveicoli che prevede la liberalizzazione del mercato dei ricambi originali o di “qualità equivalente agli originali”.
Il settore italiano della componentistica è composto da circa 900 aziende, in gran parte piccole e medie, che nel 50% dei casi operano sia nel comparto dei componenti che in quello dei ricambi. Nel settore, per una consuetudine consolidata, non vengono considerati le produzioni di pneumatici e vernici, che pure hanno un peso importante nelle forniture all’industria automobilistica e al mercato del ricambio e delle manutenzioni e riparazioni. Il settore della componentistica in senso stretto occupa attualmente circa 130.000 addetti, a cui vanno aggiunti 160.000 lavoratori occupati nel settore delle vernici, dei pneumatici e dei relativi servizi. Per completare il quadro occorre considerare anche gli 80.000 addetti che operano nel settore della subfornitura, che è costituito da circa 10.000 piccole aziende. Il settore della componentistica allargato occupa quindi 370.000 addetti e ha di conseguenza un peso notevole sull’economia italiana sia per l’entità del fatturato che sul piano occupazionale.