CHIUSURA SOTTOTONO PER IL MERCATO EUROPEO DELL’AUTO

Prospettive moderatamente positive ma …

Chiusura sotto tono per il mercato europeo dell’auto. In dicembre le immatricolazioni sono state 1.068.553 con un calo dello 0,3% rispetto allo stesso mese del 2005. Questa contrazione è dovuta al calendario in quanto, nel dicembre scorso, vi sono state due giornate lavorative in meno rispetto allo stesso mese del 2005. Il quadro del mercato europeo è stato comunque stagnante per tutto il 2006. L’anno si è chiuso infatti con 15.364.997 immatricolazioni con una crescita contenuta in un risicato 0,7% che conferma che dal 2002 il mercato europeo dell’auto non riesce a ritrovare slancio. In particolare sui risultati del 2006, osserva il Centro Studi Promotor, ha influito l’andamento poco dinamico dei primi cinque mercati del continente, in cui si concentra il 76% delle immatricolazioni in Europa.

Nel 2006 infatti, tra i cinque maggiori mercati, soltanto quello tedesco e quello italiano hanno fatto registrare incrementi. La crescita del mercato tedesco (+3,8%) è però in gran parte dovuta ad una accelerazione degli acquisti negli ultimi mesi per evitare l’aumento dell’Iva scattato in Germania dal 1° gennaio scorso e, secondo il Centro Studi Promotor, è presumibile che l’anticipo di domanda verificatosi a fine 2006 venga pagato nei primi mesi del 2007. Meglio impostato sembra essere il mercato italiano che ha chiuso il 2006 con una crescita del 3,7% e che nel 2007 dovrebbe ricevere una forte spinta dagli incentivi alla rottamazione varati con la Finanziaria.

Negativi invece gli andamenti degli altri tre grandi mercati. Quello del Regno Unito accusa una contrazione del 3,9%, quello francese del 3,3% e quello spagnolo del 2%. Non particolarmente dinamici anche i mercati minori dell’Europa Occidentale, se si escludono i risultati abbastanza buoni del Belgio (+9,6%), della Danimarca (+5%) e dell’Olanda (+4,1%). E fiacco è anche l’andamento delle immatricolazioni di auto nuove negli otto paesi nuovi membri dell’Unione Europea per i quali sono disponibili dati statistici. Nel complesso dell’area, nel 2006, le vetture immatricolate sono state 740.782 con una crescita del 2,2%. Va però sottolineato che nei paesi nuovi membri dell’UE il processo di motorizzazione è in larga misura sostenuto anche dall’importazione di auto usate provenienti dagli altri paesi dell’Unione.

Per quanto riguarda la graduatoria dei mercati nazionali nel 2006 il mercato tedesco si conferma al 1° posto nel continente con 3.467.961 immatricolazioni. Secondo, a grande distanza, è il Regno Unito con 2.344.864 immatricolazioni, mentre terza con uno scarto di sole 202.273 vetture è l’Italia. E’ facile prevedere che, grazie agli incentivi alla rottamazione, il nostro Paese riconquisterà nel 2007 la seconda posizione in Europa, che aveva detenuto per moltissimi anni.

Pur in un contesto non particolarmente positivo, non mancano nel 2006 gruppi che conseguono risultati di grande rilievo. In primo luogo quello Fiat che, proseguendo nell’azione di rilancio dei suoi marchi, ha avuto una crescita delle immatricolazioni del 16,9% e ha portato la sua quota del mercato europeo al 7,5 dal 6,5 del 2005. Molto buoni anche i risultati del gruppo Toyota, che è cresciuto del 9,7% e quelli del gruppo Volkswagen che, con tutti i suoi principali marchi in crescita, ha visto le sue vendite aumentare del 5,3% e la sua quota di mercato salire dal 19,4 al 20,3, confermando la sua leadership in Europa.

Il 2007, secondo il Centro Studi Promotor, potrebbe essere l’anno in cui il mercato europeo uscirà dalla situazione di stagnazione in cui si trova dal 2002. Gli elementi che potrebbero influire favorevolmente sui risultati sono un quadro economico positivo e in progressivo miglioramento, l’attenuarsi delle tensioni sui prezzi dei carburanti ed anche, ed in misura non trascurabile, gli incentivi alla rottamazione in Italia. Preoccupa tuttavia, in questo quadro, la tendenza alla crescita del costo del denaro che, secondo le dichiarate intenzioni della Banca Centrale Europea, dovrebbe continuare anche nei prossimi mesi. Se il rialzo dei tassi dovesse ostacolare o inceppare il ricorso al credito al consumo, le conseguenze potrebbero essere di rilievo anche per gli acquisti di autovetture, che, in tutto il continente, sono fortemente sostenuti dalle rateazioni.