Calo a due cifre per il mercato italiano dell’auto in febbraio. Secondo i dati resi noti oggi dalla Motorizzazione Civile, nel mese scorso sono state immatricolate 197.200 autovetture, con una contrazione del 12,3% rispetto allo stesso mese dello scorso anno, mentre il consuntivo del primo bimestre chiude a quota 445.500 con una flessione del 10,4%, che supera di 3 punti percentuali il calo medio annuo che era stato ipotizzato alla fine dello scorso anno per il 2002.
Il quadro complessivo appare ancora più preoccupante se si considerano alcuni fenomeni che anticipano l’evoluzione della domanda. Da questo punto di vista particolarmente interessante è l’indicatore sul flusso dei visitatori nei saloni dei concessionari, che è stato elaborato per la prima volta per il mercato italiano dal Centro Studi Promotor proprio per il mese di febbraio. Secondo questo nuovo elemento di analisi nel mese il flusso dei potenziali acquirenti nei saloni di vendita è stato basso per il 72% dei concessionari. D’altra parte aumenta anche la quota degli operatori che si attendono rallentamento della domanda nei prossimi mesi e che in febbraio tocca il 41% (31% in gennaio), mentre l’indice del clima di fiducia degli operatori determinato dal Centro Studi Promotor subisce in febbraio un calo di ben 13 punti.
La frenata del mercato automobilistico italiano si inserisce in un contesto internazionale che vede in flessione tutti i principali mercati (dal Giappone all’Europa, agli Stati Uniti) e che sta portando le case automobilistiche ad una politica di austerità. Per quanto riguarda in particolare l’Italia sul tono della domanda sta certamente influendo anche la cancellazione dell’edizione 2002 del Salone Internazionale dell’Automobile di Torino, determinata dalla rinuncia della maggior parte delle case automobilistiche a partecipare per la riduzione dei budget promozionali legata alle preoccupazioni per la tenuta del mercato internazionale dell’auto.
In Italia il taglio delle promozioni ha anche un altro aspetto che si riflette pesantemente sulle immatricolazioni: la forte diminuzione del ricorso alle “chilometri zero”, cioè alla immatricolazione di autovetture ai concessionari da rivendere con forti sconti come “usato con chilometri zero”. D’altra parte nel corso del 2001 le case avevano ampiamente applicato questa politica molto costosa, che aveva assunto dimensioni (8,2% delle immatricolazioni) allarmanti per i bilanci degli operatori. Nel corso del 2002 il taglio delle “chilometri zero” dovrebbe contribuire a migliorare i margini di case e concessionari, ma naturalmente vi sarà un prezzo da pagare in termini di volumi di vendite inferiori alle attese per l’Italia, e all’andamento del mercato mondiale che, pure, come si accennava, accusa diffuse difficoltà.