In un contesto mondiale in rallentamento
Dopo il boom di dicembre e la caduta di gennaio, il mercato automobilistico italiano fa registrare in febbraio una crescita dell’8,07%, con un volume di immatricolazioni di 214.100 unità. Il buon risultato di febbraio non è tuttavia sufficiente a colmare la caduta delle vendite di gennaio e il consuntivo del primo bimestre chiude così con un calo del 4,44%. I dati sul mercato italiano si inseriscono in un contesto automobilistico mondiale in rallentamento. Se si considerano i maggiori mercati, dopo la flessione registrata nel 2002, le immatricolazioni sono in crescita soltanto in Giappone, mentre il 2003 è iniziato in flessione sia in Europa che negli Stati Uniti.
Il risultato del febbraio scorso per l’Italia era atteso e avrebbe potuto essere ancora più consistente se le vendite Fiat non fossero state penalizzate dall’alluvione che ha colpito lo stabilimento di Termoli e ha provocato una perdita di produzione di circa 40.000 motori. Alluvioni a parte, la situazione del mercato italiano è abbastanza soddisfacente, anche se la domanda è sostenuta essenzialmente dagli incentivi alla rottamazione rinnovati dal Governo dal 13 gennaio scorso, ma soltanto fino al 31 marzo. E’ però in moderata flessione in febbraio il clima di fiducia degli operatori del settore automobilistico determinato dal Centro Studi Promotor sulla base delle sue inchieste congiunturali mensili. Dopo la ventata di ottimismo con cui avevano accolto il rinnovo degli incentivi in gennaio, nel mese scorso i concessionari esprimono valutazioni meno positive. Viene in particolare segnalato un andamento lievemente meno favorevole nella raccolta di ordini. In febbraio i livelli di acquisizione sono stati infatti normali o alti per il 65% dei concessionari contro il 69% di gennaio. Peggiora anche il quadro delle attese per l’evoluzione della domanda nei prossimi mesi. In gennaio, per i successivi tre-quattro mesi, prevedeva vendite stabili o in aumento l’87% dei concessionari. In febbraio la percentuale corrispondente scende al 71%. La valutazione resta positiva, ma si rafforzano le preoccupazioni per l’imminente fine degli incentivi alla rottamazione prevista, come si è già accennato, per il 31 marzo.
In mancanza di un rinnovo prima della scadenza è facile prevedere che anche in marzo vi sarà un effetto analogo a quello già registrato in dicembre, cioè una forte corsa all’acquisto. Se gli incentivi alla rottamazione non dovessero però essere rinnovati neppure dopo la fine di marzo, per il mercato automobilistico italiano si aprirebbe uno scenario decisamente allarmante in quanto, in una fase di bassa congiuntura come quella attuale, il mercato sconterebbe il forte anticipo di domanda determinato da nove mesi di incentivi e di promozioni aggiuntive molto allettanti offerte dalle case automobilistiche e dai concessionari.