BOOM IN MAGGIO DELLE VENDITE DI VEICOLI COMMERCIALI (+19%)

Si delinea un vero e proprio boom per le vendite di veicoli commerciali in Italia. Nel 2004 dopo una partenza fiacca, la domanda sta decisamente accelerando. In maggio le vendite hanno fatto registrare una crescita del 18,94%, che porta il consuntivo dei primi cinque mesi a quota 93.775, con un incremento del 4,09% sullo stesso periodo del 2003.

La crescita in atto assume particolare significato in quanto non è legata a nessuna forma di incentivazione pubblica, ma va ricondotta essenzialmente ad un risveglio della domanda dovuto a diversi fattori. Innanzitutto le case automobilistiche stanno praticando condizioni particolarmente favorevoli sia in termini di prezzi che di promozioni. Poi gli acquisti con pagamenti dilazionati sono favoriti dal livello molto basso del costo del denaro e dalle offerte di finanziamenti a tasso zero o agevolato. A giudizio del Centro Studi Promotor però l’elemento di fondo che sta sostenendo la domanda è costituito dal fatto che, come emerge da numerosi segnali, l’economia del Paese sta uscendo dalla fase di stagnazione ed ha imboccato la via della ripresa.

In particolare, sottolinea il Centro Studio Promotor, nel primo trimestre dell’anno il prodotto interno lordo ha fatto registrare una crescita contenuta, ma superiore alle attese. Nonostante il caroeuro, migliora poi il quadro del commercio estero e segnali di risveglio vengono anche dall’andamento degli ordinativi e del fatturato dell’industria, mentre l’incremento dei livelli occupazionali incomincia ad interessare anche le grandi imprese che operano nel settore dei servizi (anche se non ancora quelle industriali). D’altra parte lo stesso andamento positivo delle vendite di veicoli commerciali costituisce un importante indicatore congiunturale.

La ripresa del 2004 delle vendite di autoveicoli commerciali fa seguito alla forte contrazione che questo mercato registrò nel 2003 (anno in cui si scontò l’anticipazione di domanda determinato nel 2001 e nel 2002 dalle agevolazioni fiscali previste dalla legge Tremonti-bis, scaduta il 31 dicembre 2002) e, come si diceva, assume particolare importanza proprio per l’assenza di agevolazioni pubbliche.