Da gennaio ad agosto spesi 5,4 mld in più, di cui 1,2 di maggiori imposte
Secondo i dati diffusi oggi dal Ministero dello Sviluppo Economico, i consumi di benzina e gasolio per autotrazione nei primi otto mesi dell’anno sono calati dello 0,5%. Il calo dei consumi è dovuto sia alla debolezza dell’economia che, e soprattutto, ai forti incrementi dei prezzi alla pompa, che, secondo l’Istat, sono cresciuti su base annua del 16,1% per la benzina e addirittura del 20,3% per il gasolio.
Questi eccezionali rincari hanno determinato un forte incremento della spesa che, secondo la banca dati sui consumi e sui prezzi dei carburanti del Centro Studi Promotor GL events, è passata da 36,3 miliardi del gennaio-agosto 2010 a 41,7 miliardi dello stesso periodo di quest’anno, con un incremento di 5,4 miliardi (+15%). Di questo incremento una parte non trascurabile, cioè ben 1,2 miliardi, è andata a vantaggio del fisco che ha incamerato dalla vendita dei carburanti nel periodo gennaio-agosto 2011 ben 20,8 miliardi contro i 19,6 miliardi dello stesso periodo dell’anno scorso.
L’aumento del gettito di benzina e gasolio è dovuto in piccola parte ai due aumenti di accise registrati da gennaio ad agosto e, per la parte più consistente, al meccanismo perverso che fa aumentare il prelievo fiscale sui carburanti all’aumentare del prezzo industriale. In particolare nella situazione attuale, questo meccanismo ha esaltato fortemente l’impatto negativo per i trasporti di persone e di cose ed anche per l’economia degli eccezionali incrementi dei prezzi di carburanti, incrementi che, secondo molti, non sono tra l’altro giustificati dalla dinamica del costo del petrolio grezzo. La situazione è ovviamente destinata a peggiorare con l’aumento dell’Iva introdotto dalla manovra appena approvata dal Parlamento.