AUTO: PAREGGIO SOLTANTO VIRTUALE IN GIUGNO

Risultato a sorpresa per il mercato automobilistico italiano in giugno. Le immatricolazioni di vetture nuove sono state 179.900 con un calo rispetto allo stesso mese del 2002 limitato allo 0,28%. La contrazione è veramente modesta, se si considera che dal 1° aprile sono finiti gli incentivi alla rottamazione e che tutti gli indicatori segnalano domanda molto debole. In effetti per cercare di presentare risultati migliori di quelli effettivamente conseguiti e per mantenere le quote di mercato molte case automobilistiche hanno fatto ricorso in misura massiccia ai “chilometri zero”, hanno cioè fatto immatricolare un notevole numero di vetture ai concessionari con l’intenzione di venderle appena possibile con forti sconti come “usate con chilometri zero”.

Il dato di giugno sulle immatricolazioni contiene dunque una quota notevole di vetture non ancora vendute al pubblico e non è quindi rappresentativo della reale situazione del mercato. Il ricorso alla politica dei “chilometri zero” non è un fatto nuovo, ma nel giugno scorso ha raggiunto una particolare consistenza. La pratica dei “chilometri zero” comporta una forte decurtazione dei margini delle case automobilistiche ed equivale a vendere quote non trascurabili della produzione a condizioni di saldo, con pesanti ripercussioni sui bilanci.

Sulla reale consistenza della domanda particolarmente eloquenti sono i risultati dell’inchiesta congiunturale mensile sul mercato dell’automobile condotta a fine giugno dal Centro Studi Promotor. Nel mese scorso l’affluenza di potenziali acquirenti nei saloni di vendita è stata giudicata bassa dall’84% dei concessionari, mentre l’acquisizione di ordini è stata bassa per il 76%. Anche altri indici segnalano che la domanda è scesa su livelli molto depressi. L’indicatore del clima di fiducia dei consumatori determinato dall’Isae è in caduta dal febbraio 2002 e nel giugno scorso fa registrare una ulteriore contrazione. E’ un dato preoccupante, se si considera che la propensione alla spesa per beni di consumo durevole come l’automobile è strettamente correlata alla fiducia dei consumatori. Ad ulteriore conferma del livello particolarmente depresso della domanda di auto vi è poi il fatto che, sempre secondo l’Isae, a giugno le intenzioni di acquisto di vetture ad un anno sono scese a livelli mai toccati nella storia recente dell’auto (9% dei consumatori in giugno, contro l’11% di maggio e il 18% di gennaio).

Il ricorso massiccio ai “chilometri zero” corrisponde ad una riduzione selettiva dei prezzi operata mantenendo invariati i listini ufficiali ed è un chiaro segnale deflazionistico in un contesto mondiale in cui di deflazione si comincia a parlare sempre più frequentemente, senza peraltro che si mettano in campo politiche in grado di contrastarla ed anzi con la persistenza e la difesa da parte di autorevoli istituzioni di politiche sicuramente controproducenti perché varate in un contesto economico di inflazione e quindi radicalmente diverso, ed anzi opposto, rispetto a quello attuale.

Per quanto riguarda le prospettive a breve del mercato automobilistico italiano, il 52% dei concessionari interpellati dal Centro Studi Promotor ritiene che la domanda rallenterà ulteriormente nei prossimi mesi. L’impatto sulle immatricolazioni di questa tendenza negativa potrà essere parzialmente coperto, ma non annullato dai “chilometri zero”. Per ridare slancio alla domanda di auto sembrano ormai necessari, non tanto interventi settoriali, quanto una politica economica che, superando ritardi culturali e resistenze particolari, affronti finalmente i problemi dell’attuale congiuntura economica che sta rapidamente evolvendo verso un quadro di deflazione generalizzata.