In marzo sono state immatricolate 214.218 autovetture con una crescita dello 0,24% rispetto allo stesso mese del 2008. Questo piccolo incremento è particolarmente significativo perché è la prima indicazione di crescita delle immatricolazioni dopo quattordici mesi di cali e perché nel gennaio e nel febbraio scorso vi sono state contrazioni rispettivamente del 32,6% e del 24,5%. Va anche sottolineato che il risultato di marzo avrebbe potuto essere più elevato se non avessero cominciato a manifestarsi presso le concessionarie situazioni di carenza di giacenze di vetture nuove. Dall’inchiesta congiunturale condotta negli ultimi giorni del mese scorso dal Centro Studi Promotor emerge infatti che è salita al 30% la quota di operatori che indicano un basso volume di giacenze.
Il risultato di marzo è dovuto esclusivamente agli incentivi statali alla rottamazione e agli acquisti di auto ecologiche in vigore dal 7 febbraio e riguarda le immatricolazioni a privati, che hanno fatto registrare una crescita del 12,97%, mentre quelle ad aziende sono in calo del 29,33%. Quanto al tipo di auto maggiormente acquistate, il Centro Studi Promotor segnala che la crescita interessa quasi esclusivamente le vetture che possono usufruire di incentivi, vetture che, per numero di modelli e versioni, rappresentano però soltanto il 23% dell’offerta sul mercato italiano.
Si può stimare che l’effetto incentivi vada a regime in aprile e soprattutto in maggio, mesi che dovrebbero quindi vedere risultati molto migliori di quelli di marzo. Perché la spinta impressa alla domanda si consolidi occorre tuttavia che divenga al più presto operativo il meccanismo di sostegno del credito al consumo che è previsto dal decreto incentivi, ma che non ha ancora contribuito concretamente a migliorare l’accesso al credito per i potenziali acquirenti di autovetture che, giova ricordarlo, in sette casi su dieci, acquistano con pagamento dilazionato. Va comunque osservato che, soprattutto nella seconda metà dell’anno, vi potrebbe essere una ripresa della domanda anche per i modelli attualmente non incentivati, che, come si è visto, hanno una quota preponderante nell’offerta delle case automobilistiche.
La “crisi economica globale” anche se preannunciata da molti segni premonitori – osserva il Centro Studi Promotor – si è abbattuta improvvisamente sul mondo e sull’Italia il 15 settembre con il fallimento di Lehmann Brothers e ha avuto come primo effetto il crollo della fiducia delle aziende, che in molti casi hanno tagliato progetti e budget prima ancora di registrare concrete ripercussioni negative sulle loro attività. Lo scenario economico mondiale è ancora molto preoccupante e, per quanto riguarda l’Italia, i dati dell’Istat sull’economia reale (che però nella migliore delle ipotesi riflettono situazioni aggiornate a gennaio) sono fortemente negativi. Nelle ultime settimane nel quadro nero della crisi si è accesa tuttavia qualche luce. Particolarmente significativo è stato il primo dato positivo sul mercato edilizio americano, che ha visto in febbraio il numero di aperture di nuovi cantieri crescere del 24%, mentre nelle ultime settimane è calato anche il numero delle persone che hanno chiesto sussidi di disoccupazione. A ciò si aggiunge il rally che, nonostante le prese di beneficio degli ultimi giorni, sta investendo le borse mondiali, mentre è in ripresa la domanda di materie prime (petrolio compreso) con conseguente crescita dei prezzi. E, per quanto riguarda l’Italia, significativo è il fatto che in febbraio e marzo la tendenza deflazonistica presente negli indici dei prezzi al consumo nei cinque mesi precedenti si è fermata. I prezzi hanno ripreso a crescere e in questo contesto il segnale è positivo perché indica quantomeno una tenuta della domanda di beni di consumo durevoli e non.
Queste indicazioni in controtendenza non autorizzano ancora a ritenere che per l’economia reale il peggio sia passato, ma se i media continueranno, come hanno cominciato a fare, a riportare con crescente ampiezza segnali positivi, l’impatto sulla fiducia delle imprese sarà favorevole e con il ritorno della fiducia crescerà la propensione all’acquisto di auto aziendali ed anche di auto non attualmente incentivate. I dati più aggiornati sul quadro economico accreditano l’ipotesi che la “crisi globale”, manifestatasi improvvisamente, possa risolversi prima del previsto, quantomeno a livello di fiducia e di decisioni che alla fiducia sono legate.