Per il 2013 previste 1.260.000 immatricolazioni: un livello da anni ‘70
Nulla di nuovo sul fronte dell’auto. Il mercato continua a calare. In giugno le immatricolazioni hanno fatto registrare il 37° calo mensile a partire dal marzo 2010, cioè dalla fine degli ultimi incentivi alla rottamazione. La serie nera iniziata allora si è interrotta infatti solo due volte (+4,2% a maggio 2011 e +2,17% ad agosto 2011) in 39 mesi. In particolare nel giugno scorso, secondo i dati diffusi oggi dal Ministero dei Trasporti, le immatricolazioni sono state 122.008 con una contrazione del 5,51%. Si tratta di un calo piuttosto contenuto rispetto a quelli del passato anche recente, soprattutto se si tiene conto che nel giugno scorso vi è stato un giorno lavorato in meno rispetto a giugno 2012.
Il tasso di caduta dunque rallenta, ma ciò non toglie che il livello della domanda scivoli sempre più in basso e che sia difficile prevedere quando verrà toccato il fondo. Le attese degli operatori, rilevate dal Centro Studi Promotor nel quadro della sua inchiesta congiunturale di giugno, non sono certo positive. Il 56% degli interpellati prevede nei prossimi mesi nuovi cali della domanda, mentre in giugno sono stati bassi sia i livelli di acquisizione di ordini (86% degli interpellati) che quelli di affluenza di visitatori nelle showrooms (88% degli interpellati). A ciò si aggiunge che il clima di fiducia degli operatori del settore auto determinato dal Centro Studi Promotor in giugno ha fatto registrare un calo di tre punti sul livello già molto depresso di maggio.
Proiettando il risultato del primo semestre 2013 su base annua si ottiene un volume di immatricolazioni di 1.259.582 unità, un livello particolarmente basso e compatibile con i risultati degli anni ‘70, cioè di quarant’anni fa. Se sarà effettivamente questo il risultato delle immatricolazioni nel 2013, si registrerà un calo rispetto ai livelli ante-crisi, cioè rispetto al 2007, del 49,5%. Si tratterebbe di una contrazione veramente con pochi riscontri in altri comparti dell’economia reale.
L’auto appare fortemente frenata dal quadro economico e da una serie di fattori di freno specifici. Il settore si attende il rilancio soprattutto dalla ripresa dell’economia, ma la penalizzazione eccessiva della domanda giustificherebbe interventi sui fattori specifici di freno degli acquisti che sono il caro-carburanti, il caro-assicurazioni, le difficoltà del credito ed un livello di tassazione sull’acquisto e l’utilizzazione dell’automobile assolutamente vessatorio.
Bologna, 1° luglio 2013