Previsioni 2012 ridimensionate a 1.379.000 immatricolazioni (-21%)
In luglio sono state immatricolate 108.826 autovetture con un calo del 21,4% sullo stesso mese del 2011, mentre il consuntivo gennaio-luglio chiude con 923.739 immatricolazioni e con un calo del 19,9%. Con il dato di luglio peggiora ulteriormente il quadro che ha caratterizzato il mercato dell’auto nel 2012. La previsione per l’intero anno scende infatti da un volume di 1.403.000 vetture determinato a fine giugno a quota 1.379.000 Sulla situazione del mercato dell’auto pesano una serie di fattori di freno specifici, ma pesa soprattutto la difficilissima situazione dell’economia. I fattori di freno specifici più penalizzanti sono il caro-carburanti, il livello insostenibile dei premi di assicurazione RC auto, le difficoltà di accesso al credito e una tassazione sulla proprietà e sull’uso dell’auto estremamente elevata ed ulteriormente inasprita anche recentemente con la riduzione della deducibilità dei costi per le auto aziendali introdotta con la “riforma del lavoro”.
L’elemento che ha fatto ritornare il livello delle vendite al 1979, cioè a 33 anni fa, è comunque essenzialmente la difficilissima situazione dell’economia reale e soprattutto le forti preoccupazioni per le prospettive per l’attività produttiva e per la tenuta dei redditi delle famiglie. Per citare soltanto alcuni degli elementi più significativi, secondo gli ultimi dati disponibili, in giugno il tasso di disoccupazione è salito al 10,8% con un incremento di ben 0,3 punti percentuali sul mese precedente, mentre in maggio la produzione industriale ha accusato una diminuzione tendenziale del 6,9% e le vendite del commercio al dettaglio a prezzi correnti sono scese del 2%.
Il calo della domanda di autovetture è però molto più accentuato della contrazione che si registra nel resto dell’economia reale. Secondo il Centro Studi Promotor GL events la spiegazione sta nel fatto che sull’acquisto di beni di consumo durevole le forti preoccupazioni sul futuro incidono molto più pesantemente che su altri aspetti dell’economia. Come emerge dalle rilevazioni dell’Istat, i consumatori nella prima fase della crisi iniziata nel 2008 hanno ridotto la propensione al risparmio per mantenere i livelli di consumo in presenza di una riduzione delle risorse disponibili. A partire dalla metà del 2011 le fortissime preoccupazioni per il futuro legate al timore di un default finanziario del Paese hanno determinato un netto mutamento di orientamento. Le famiglie hanno rinviato gli acquisti non indispensabili per aumentare i risparmi in vista di un futuro decisamente preoccupante. Le imprese, sia pure in misura meno accentuata, hanno seguito un orientamento analogo per quanto riguarda gli investimenti, compresi naturalmente quelli in autovetture. Gli indicatori di fiducia hanno fedelmente riflesso questa situazione, ma proprio dagli ultimi dati sulla fiducia vengono segnali in controtendenza. In luglio l’indicatore di fiducia delle imprese è salito a 81,8 da 75,8 di giugno e quello dei consumatori è salito a 86,5 da 85,4, mentre l’indicatore del clima di fiducia degli operatori del settore dell’auto determinato dal Centro Studi Promotor GL events si è portato a quota 13,6 da 11,9 di giugno.
Pare evidente che il miglioramento della fiducia registrato in luglio sia legato al mutamento degli orientamenti sulla difesa dell’euro che sta maturando in ambito europeo. Se le incertezze che caratterizzano ancora il processo di assunzione di atteggiamenti più responsabili da parte dei Governi e delle autorità dell’area euro venissero superate rapidamente, potrebbe esservi un recupero significativo della fiducia delle imprese e delle famiglie. La conseguenza dovrebbe essere l’abbandono di atteggiamenti eccessivamente cauti nell’impiego delle risorse disponibili con effetti positivi anche sulla domanda di beni di consumo durevoli, automobili comprese. In questa ipotesi nell’ultima parte del 2012 potrebbe determinarsi una inversione di tendenza anche per gli acquisti di autovetture.