AUTO 2012: MALISSIMO IL NUOVO (-22,5%) E MALE ANCHE L’USATO (-9,8%)

Molto negativo il primo dato consuntivo sull’economia reale nel 2012

In dicembre sono state immatricolate in Italia 86.735 autovetture con un calo del 22,51% sullo stesso mese del 2011. L’intero 2012 chiude invece a quota 1.402.089 con un calo del 19,87% sul 2011 e del 44% sui livelli ante-crisi (2007). Quello delle immatricolazioni di autovetture è il primo consuntivo disponibile sull’andamento dei comparti dell’economia reale nel 2012 e non è certo positivo. Tra l’altro negativo è anche l’andamento del mercato delle auto usate. Secondo il Ministero dei Trasporti, i trasferimenti di proprietà nell’intero 2012 sono calati del 9,8%. Generalmente quando il mercato del nuovo non tira quello dell’usato è in ripresa, ma nelle fasi veramente difficili anche le vendite di auto usate rallentano. E’ questa la situazione di oggi e, tra l’altro, dall’inchiesta congiunturale condotta a fine dicembre dal Centro Studi Promotor emerge che per vendere 100 auto usate nel 2012 i concessionari ne hanno ritirato 33 ancora più usate, contro le 24 del 2011.

Tornando alle auto nuove, il consuntivo del 2012 riporta il mercato italiano indietro di ben 33 anni, cioè sui livelli del 1979 quando le immatricolazioni furono 1.397.039. Il dato italiano appare ancora più drammatico se si considera che il mercato mondiale delle autovetture dovrebbe aver fatto registrare nel 2012 un nuovo record ed è previsto ancora in crescita nel 2013. La crisi dell’auto interessa infatti soltanto l’area euro ed è una diretta conseguenza dell’effetto depressivo sull’economia reale delle politiche di austerity. In Italia la crisi dell’economia è indubbiamente il principale fattore di freno delle vendite di auto, ma nel 2012 anche altri elementi hanno fortemente compresso le immatricolazioni: il caro-carburanti, il caro-assicurazioni, le difficoltà di accesso al credito, un’overdose di imposte e anche la forte caduta degli indicatori Istat di fiducia delle imprese e dei consumatori. Quest’ultimo aspetto spiega perchè il calo del mercato dell’auto sia molto più accentuato rispetto alla contrazione dell’economia reale. Se si considera ad esempio la produzione industriale, rispetto ai livelli ante-crisi vi è un calo di 22 punti percentuali, mentre, come abbiamo già visto, per le immatricolazioni la contrazione è di 44 punti percentuali. Questo differenziale, afferma il Centro Studi Promotor, è in gran parte dovuto alla crisi della fiducia di imprese e consumatori documentata dagli indicatori Istat e iniziata con le difficoltà finanziarie dell’estate 2011. La forte preoccupazione per il futuro ha indotto infatti anche una parte importante dei consumatori che disponevano delle risorse necessarie per acquistare un’auto nuova a rinviare la decisione a tempi migliori. E questa è la causa prima del disastroso risultato del 2012.

La caduta della fiducia si è tuttavia sostanzialmente arrestata nel luglio scorso per effetto dei primi risultati ottenuti nel tranquillizzare i mercati sulle prospettive del nostro Paese e ha lasciato spazio a un sostanziale stallo. Se il risultato che uscirà dalle urne sarà tale da rassicurare, non solo i mercati finanziari, ma anche i consumatori, si può ipotizzare che il conseguente recupero di fiducia potrebbe determinare a partire da aprile-maggio una inversione di tendenza per la domanda di autovetture, che potrebbe ridurre la maggior penalizzazione del mercato auto rispetto al resto dell’economia reale. Certo perchè questo avvenga occorrerà anche l’annuncio di una politica economica meno punitiva per l’auto e per gli automobilisti.