Sconti, promozioni e persistente interesse per l’auto sostengono le vendite in dicembre
Quello che dovrebbe essere l’anno orribile per la congiuntura mondiale ed italiana, inizia nel nostro Paese con un dato sull’economia reale molto migliore delle attese. In dicembre le immatricolazioni di autovetture sono state 140.656 con un calo del 13,29% rispetto allo stesso mese dell’anno record 2007 e sostanzialmente sugli stessi livelli del 2006, che fu un anno decisamente positivo (anche se non record) in cui si registrarono 2.326.049 immatricolazioni. Il risultato di dicembre, per quanto apprezzabile, non cambia però il quadro del 2008 che chiude con un volume di immatricolazioi di 2.160.131 (-13,36% sul 2007), risultato peggiore degli ultimi dodici anni. Nel 2008 il mercato dell’auto è stato caratterizzato da una crescente debolezza dovuta a diversi fattori tra cui i principali sono stanchezza della domanda dopo undici anni di vendite su livelli elevati, sostanziale fallimento degli incentivi alla rottamazione nella formula depotenziata varata con il rinnovo per il 2008 e forti aumenti dei prezzi dei carburanti nella prima parte dell’anno. A questi elementi si sono aggiunte le difficoltà del credito al consumo (aumento dei tassi, delle insolvenze e restrizioni nella concessione) e soprattutto l’entrata in recessione dell’economia a partire dal secondo trimestre. Su questo quadro, già molto difficile, si è abbattutta la crisi globale, scatenata dalla vicenda Lehman Brothers, che ha pregiudicato definitivamente le sorti dell’annata e ha indotto a formulare previsioni molto negative anche per il 2009, anno che ,in mancanza di interventi di sostegno della domanda, si stima possa raggiungere un volume di immatricolazioni di 1.850.000 unità con un calo del 14,4% sul 2008.
Dopo i cali degli ordini del 15% in ottobre e del 29% in novembre, le previsioni erano fortemente negative anche per le immatricolazioni in dicembre. Come si è detto il risultato del mese scorso, pur facendo registrare un calo, è stato molto migliore delle attese. Secondo il Centro Studi Promotor la discreta tenuta della domanda va attribuita al fatto che l’attenzione del pubblico per l’automobile resta sempre molto alta, come è emerso anche dalla circostanza che nella prima metà di dicembre quasi un milione di persone ha visitato il Motor Show di Bologna. In conseguenza di questo persistente e diffuso interesse per l’auto in dicembre i consumatori hanno reagito positivamente sia alle offerte particolarmente vantaggiose di Case e concessionari impegnati a raggiungere gli obiettivi di vendita di fine anno, sia la lancio di nuove auto, come dimostrano anche i dati di dicembre che vedono premiate le Case che hanno presentato recentemente nuovi modelli. Sempre secondo il Centro Studi Promotor, il risultato di dicembre è dovuto anche al fatto che, nonostante il grande clamore mediatico degli ultimi mesi, i consumatori stanno percependo la cosiddetta crisi globale in termini molto meno preoccupati rispetto agli operatori economici. Se consideriamo gli indicatori dell’Isae emerge che, per i consumatori, il calo della fiducia in dicembre è stato soltanto di 0,8 punti, mentre per gli operatori delle imprese manifatturiere ed estrattive il calo è stato di 5 punti e per quelle del commercio di 8,1 punti. Ancora maggiore il divario confrontando gli indicatori di dicembre con quelli di settembre: -3,1 punti per i consumatori, -14,4 per gli operatori dell’industria e -21,6 per quelli del commercio. Il fatto che il pessimismo non si sia ancora fortemente diffuso tra i consumatori rende estremamente urgenti interventi del Governo per sostenere i consumi prima che un’ondata di sfiducia, analoga a quella che sta interessando gli operatori, investa anche i consumatori. Ne conseguirebbe una minore efficacia dei provvedimenti di rilancio dei consumi, che si stanno attendendo e che sono indispensabili per sostenere l’economia reale e per uscire dalla crisi, provvedimenti che – ripetiamo – possono incidere veramente solo se assunti con tempestività. Ciò vale per il settore dell’auto in cui la domanda ha certamente bisogno di incentivi più robusti di quelli scaduti a fine 2008, ma vale anche per tutti gli altri comparti prioritari per il rilancio dell’economia.