Il rigore senza ripresa colpisce pesantemente anche l’auto
In aprile sono state immatricolate 129.663 autovetture con un calo del 17,99% sullo stesso mese del 2011. Si tratta di una contrazione allineata con quelle di gennaio e febbraio, ma molto più pesante delle attese. Non vi è stato infatti il recupero dell’effetto bisarche che in marzo aveva determinato un calo del 26,7% (e quindi più pesante di quello dei primi due mesi dell’anno).
Con il dato di aprile la proiezione su base annua degli ultimi sei mesi si attesta a 1.465.625 immatricolazioni. Un volume di vendite che non veniva più realizzato dal 1983. Molte sono le cause che concorrono a determinare questa situazione. Il mercato italiano dell’auto soffre particolarmente per i livelli elevatissimi dei prezzi dei carburanti e dell’assicurazione RC auto, per una pressione fiscale specifica insostenibile, per le difficoltà di accesso al credito e, soprattutto, per un quadro economico che si rivela di giorno in giorno più preoccupante, sia per il succedersi di dati sempre più negativi sull’economia reale, sia perchè il Governo non ha ancora adottato alcun provvedimento che possa determinare una ripresa dell’economia in tempi ragionevolmente brevi.
Alcuni dati e alcuni indicatori sono particolarmente eloquenti sull’attuale momento del settore dell’auto. Tra la fine del 2011 e la fine di aprile il prezzo della benzina è aumentato del 10,5% e quello del gasolio del 4,5%. Ne hanno risentito pesantemente i consumi calati del 2,4% in gennaio, del 16,4% in febbraio e dell’8,7% in marzo e ne hanno sicuramente risentito anche gli acquisti di auto. A questo proposito giova rilevare che l’indicatore elaborato dall’Osservatorio Findomestic sulla propensione a comprare un’autovettura nuova, dopo essere sceso a livelli infimi a fine 2011 e, dopo un rimbalzo in gennaio e febbraio, in marzo e in aprile è di nuovo in calo. Per quanto riguarda l’assicurazione RC auto non si hanno notizie di effetti positivi conseguenti alla liberalizzazione introdotta dal Governo. Per la pressione fiscale specifica sull’auto si prevedono poi ulteriori inasprimenti, mentre la quota degli acquisti di autovetture con ricorso al credito è scesa al 51% dal 61% del 2008. Questa situazione incide pesantemente sulla fiducia degli operatori del settore che, secondo l’indicatore costruito dal Centro Studi Promotor GL events, è scesa a un livello tanto basso quale non era mai stato rilevato da quando l’indicatore viene elaborato (gennaio 1993). In aprile sono, d’altra parte, tutti in calo i principali indicatori di fiducia diffusi dall’Istat. L’indice per le imprese manifatturiere scende da 91,1 a 89,5, quello per le imprese dei servizi scende da 82,2 a 76,0, quello per le imprese del commercio da 83,8 a 81,8 e quello dei consumatori da 96,3 a 89,0. Si tratta di cali molto rilevanti che riflettono una presa di coscienza della situazione dell’economia reale, presa di coscienza che è un brusco richiamo alla realtà dopo la momentanea euforia dovuta all’allontanamento del rischio di default finanziario del Paese.
Proprio oggi l’Istat ha rettificato il dato sul tasso di disoccupazione in febbraio, che passa dal 9,3%, comunicato un mese fa, al 9,6%, mentre il dato di marzo si attesta al 9,8% con un incremento dei disoccupati rispetto a un anno fa del 23,4% (476.000 unità). Questi dati seguono quelli sulla produzione industriale, che in febbraio ha accusato un calo del 6,8% su base annua, e autorizzano a ritenere che la stima preliminare del Pil nel primo trimestre 2012, che verrà diffusa dall’Istat il 15 maggio, sarà fortemente negativa, confermando la gravità della recessione che interessa il nostro Paese. La situazione è dunque decisamente allarmante anche per il settore dell’auto che al momento può sperare in un’inversione di tendenza soltanto nell’ipotesi in cui, come ormai richiesto da tutti, si affianchi finalmente alla politica del rigore un pacchetto di misure per la ripresa dell’economia reale.