Mentre le prospettive restano preoccupanti
Colpo di reni negli ultimi giorni di febbraio per il mercato automobilistico italiano che, grazie anche al ricorso ai “chilometri zero”, con 216.927 immatricolazioni riesce a contenere le perdite nel 3,91% nonostante un andamento delle vendite fiacco nella maggior parte del mese. Rispetto al calo del 7,26% di gennaio vi è dunque un miglioramento che porta il consuntivo dei primi due mesi a quota 450.105 con una contrazione del 5,47%. L’entità di questo calo non sembra però riflettere la reale situazione del mercato che appare fortemente penalizzato da un quadro economico in costante peggioramento e da un limitato successo della formula adottata per rinnovare gli incentivi alla rottamazione.
Sulla propensione degli italiani ad acquistare automobili incide certamente l’incertezza del momento che è messa bene in luce dall’indicatore di fiducia dei consumatori determinato dall’Isae che in febbraio fa registrare un ulteriore calo. E in tema di indicatori di fiducia va segnalato che quello relativo ai concessionari determinato dal Centro Studi Promotor, dopo un calo di 8,5 punti in gennaio, fa registrare una ulteriore caduta di 7,3 punti in febbraio, portandosi su uno dei valori più bassi registrati negli ultimi anni. L’indicatore di fiducia determinato dal Centro Studi Promotor sintetizza i risultati delle inchieste congiunturali condotte mensilmente sul mercato dell’auto. Il quadro che emerge dall’ultima di queste rilevazioni mostra un ulteriore peggioramento rispetto alla situazione già negativa di gennaio e ciò in particolare per quanto riguarda le prospettive a breve termine. Dall’inchiesta emergono valutazioni sfavorevoli in particolare per quanto riguarda, oltre che le consegne, l’affluenza di visitatori nelle show room, la raccolta di ordini e le previsioni a breve termine. L’affluenza nelle show room, che è l’indicatore che per primo coglie l’evoluzione della domanda ,viene dichiarata bassa in febbraio dal 70% dei concessionari (51% in gennaio, 29% in dicembre). La raccolta di ordini viene dichiarata su bassi livelli dall’83% dei concessionari (66% in gennaio, 35% in dicembre). Le attese per l’evoluzione della domanda a tre-quattro mesi sono negative per il 60% (45% in gennaio, 30% in dicembre).
Secondo il Centro Studi Promotor, dopo aver chiuso il 2007 in maniera molto positiva, il mercato italiano ha iniziato il 2008 in un clima di grande incertezza e le prospettive non appaiono favorevoli considerati il quadro economico e la bassa propensione all’acquisto di beni di consumo durevoli come l’automobile. Tra l’altro, per il mercato italiano gli ultimi undici anni sono stati caratterizzati da livelli di vendita di auto in assoluto elevati grazie al ricorso per ben tre volte agli incentivi alla rottamazione, a un forte impegno promozionale delle case automobilistiche e a un crescente ricorso al credito al consumo. è plausibile l’ipotesi che possa aprirsi ora una fase di domanda attestata su livelli mediamente più contenuti di quelli degli ultimi anni. E ciò anche perché è in forte diminuzione la propensione delle famiglie a indebitarsi ulteriormente per l’acquisto di beni di consumo.